Accompagnare Night.. un dovere e un piacere., Role privata.

Mailaen Fujiwara
(non ho voglia di scrivere tutte le volte la ae giusta xD)

- Buongiorno, signorina Wilson. - esclamai appena entrato in segreteria. Night mi seguiva, in silenzio.
- Buongiorno, Mail-chan - rispose la donna, in quella scuola praticamente da sempre.
- Lei è Emely, ma va chiamata Night... -. Nel presentarla, mi girai e vidi che aveva un fiore di ciliegio incastrato tra i capelli. Probabilmente non se n'era accorta... strano, però. I ciliegi non erano in fiore, era inverno. Sorrisi e mi sporsi verso di lei, togliendoglielo dai capelli. - Ecco qui. Tieni - dissi poi, porgendoglielo.
Aveva dei bellissimi occhi.
Solitamente, gli occhi delle persone erano la cosa che mi colpiva di più dell'aspetto fisico. una persona con degli occhi poco particolari non mi avrebbe mai attirato, credo.
Invece, quella Night aveva due stupendi occhi color rosso mogano... affascinanti. Rimasi incantato a fissarli, con il fiore ancora in mano.

EMELY CARSON

- Oh, grazie Mailaen. Come sei premuroso dissi prendendo in mano il bocciolo.
Strano, di solito in inverno i peschi non fioriscono pensai un po' stupita, ma sorrisi e infilai il fiore tra le strisce di pelle che componevano l'impugnatura della mia frusta, saldamente attaccata alla mia cintura.

Mailaen Fujiwara

Lei prese il bocciolo dalle mie mani e lo mise tra le strisce di pelle che formavano l'impugnatura di qualcosa... una frusta?!
Non diedi a vedere il mio stupore. Una ragazza decisa e a quanto pareva decisamente dominatrice. Mi inquietava un po', a dire la verità, ma anche mi attraeva.
Sorrisi ancora.
Oddio, continuavo a sorridere. Sembravo un... un tizio innamorato. E dire che non lo ero da troppo tempo per ricordarmi come ci si sentisse.
- Signorina Wilson - dissi, tornando a girarmi verso il bancone - Night è già stata messa in una classe? Cerchi Emely Carson.
Lei controllò sul pc della scuola, poi scosse la testa con un sorriso dolce. Era come una zia, la signorina Wilson. Come madre avevo già Sybil.
- Allora... hai qualche preferenza, Night? Camera con vista? Singola, doppia? Sul giardino o sul cortile? Puoi scegliere quello che vuoi.

EMELY CARSON

Piegai la testa di lato, meditabonda.
- Se posso scegliere- dissi infine con molta calma, mi piacerebbe avere una camera doppia con vista sul cortile. Una mia...amica arrossii, dovrebbe frequentare questa scuola. Volevo tenere un letto in serbo per lei
Deglutii e guardai Mail in cerca di approvazione.Poi vidi la macchina del caffè. Mi avvicinai e chiesi a Mail: - Vuoi una tazza di caffè?

EMELY CARSON

Il telefonino nella mia tasca vibrò mentre prendevo il mio caffè. Lessi il messaggio inviatomi da Keiko e sospirai dispiaciuta.
- Signorina Wilson? Le dispiace se scelgo una camera singola? A quanto pare la mia amica Keiko non frequenterà la scuola. mormorai dispiaciuto, sperando che non si offendesse.

Mailaen Fujiwara

Accettai volentieri il caffè, anche se il fatto che fosse preso alla macchinetta, con lo zucchero già inserito, mi innervosiva un po'. Però l'importante era che quella Emely, Night, me l'aveva offerto. Prendevo subito in simpatia chi mi offriva un caffè.
Mentre lo bevevo (troppo poco zucchero), il cellulare di Night vibrò. Doveva essere la sua amica per cui voleva tenere in serbo un letto, perché disse: - Signorina Wilson? Le dispiace se scelgo una camera singola? A quanto pare la mia amica Keiko non frequenterà la scuola.
Sospirai. - Che peccato - commentai.
La signorina Wilson disse con voce squillante: - Oh, non ti preoccupare, cara. Keiko, hai detto? Sì, quella studentessa che non aveva confermato la sua iscrizione. Allora ti segno una camera singola...
La interruppi: - Se posso darti un consiglio, prendi comunque una camera doppia. Ho fatto il tuo stesso errore, il mio primo anno qui alla Sokolov, e dopo nemmeno un mese avevo già conosciuto uno dei miei migliori amici che non sapeva in che camera mettersi... e io avevo una singola. Perciò, se ne prenoti una doppia, magari puoi sempre invitare qualcun altro.
Pensai a tutti quegli studenti che arrivavano dopo l'inizio dell'anno e avevano bisogno di una camera... e spesso dovevano accontentarsi di una singola.

EMELY CARSON

Sbattei le palpebre.Oh, grazie Mail. Posso chiamarti così, vero?

Signorina Wilson, accetto il consiglio del signor Prefetto gli sorrisi e prendo una camera doppia. Non si può mai sapere quanto potrebbe essermi utile in futuro scherzai, lanciando un'occhiata a Mailaen.

Sentii che arrossivo fino alla punta delle orecchie.
- C-Certo, chiamami pure Mail. O Mail-chan, come mi chiama Sybil, ma è vagamente infantile. Mail va benissimo. C-Camera doppia, signorina Wilson.
Lo sentivo, avevo il viso in fiamme e il cuore mi batteva come un martello pneumatico. Quando mi sembrò di essermi calmato, tentai una frecciatina maliziosa.
- Che caldo qui - dissi, allargandomi con un dito il colletto della camicia. - La tua presenza scalda l'aria, Night.
E non solo l'aria, pensai. Ogni volta che sorrideva mi sentivo andare a fuoco.
La signorina Wilson la stava collocando in una stanza. - è la numero 12 - disse.
- Anche la mia è la 12, nell'altro dormitorio - mormorai. - Be', grazie, signorina Wilson. Che ne dici, Night, andiamo a fare un giro?

EMELY CARSON

Ringraziai la signorina Wilson, ma la mia attenzione era rivolta tutta a Mailaen. Inconsapevolmente accarezzai la mia cara frusta, mentre con l'altra mano mi sbottonavo un po' la camicia. Che vergogna, ci provi spudoratamente davanti alla segretaria, mi rimbrottò una vocina fastidiosa nella mente. Sorrisi a Mail e tentai di ignorarla.
Devo ammettere che anche la tua, di presenza, scalda l'aria mormorai. Mi avvicinai e lo presi sottobraccio.
Chiedigli dove andiamo
Ah, giusto.
Mail, dove hai intenzione di andare? Nevica dissi, la fronte corrugata. La neve mi piace, ma non credo ci sia così caldo da andare fuori.

Oddio, oddio, oddio. Stavo prendendo fuoco. Che qualcuno chiami i pompieri. Sentivo che sarei potuto saltarle addosso da un momento all'altro.
Eh, no, Mail, non in segreteria, non il primo giorno, mi rimproverò la mia fastidiosissima coscienza.
- Un giro guidato delle aule? Un caffè nella hall?
Le aule sono vuote, disse la mia mente, gongolante. Cercai di zittirla, mentalmente. Sentivo la presenza del suo braccio contro il mio, contro di me... che qualcuno chiami i pompieri.
Ok, era attrazione fisica, non amore. Però... che attrazione fisica.
- Oppure potremmo andare a vedere com'è la tua camera - dissi, abbassando notevolmente il tono di voce.
La mia coscienza impazzì. Sei un Prefetto, i ragazzi non possono entrare nei dormitori delle ragazze, la conosci appena, smettila smettila smettila smettila.

Gli feci l'occhiolino e lo trascinai vicino alla porta, dove le orecchie della signorina Wilson non potevano arrivare.
Mi piacerebbe...davvero tanto...
Oppure potremmo andare a vedere com'è la tua camera
Oddio.
All'improvviso sentii che le guance diventavano bollenti e abbassai gli occhi, cercando una via di fuga. Non mi ero mai sentita così imbarazzata... e attratta da Mail, nonostante tutto. Mail, che continuava a guardarmi. Mail, che aveva quel sorriso... quegli occhi...
Smettila, smettila!
Mi piacerebbe davvero tanto, Mail pronunciai il suo nome il più dolcemente possibile prendere un caffè assieme a te... Se mi dai il permesso, dopo posso mostrarti la mia camera. aggiunsi con l'ennesimo sorriso.

La mia coscienza era in vacanza, ormai, insieme alla mia innocenza. Stavano prendendo un tè con lussuria. Mi facevo schifo da solo, ma Night era veramente troppo bella e affascinante per rifiutare quegli impulsi totalmente istintivi. Amai il mio istinto, in quei momenti.
Caffè, caffè con Night. E poi un giro in camera. Avevo il morale alle stelle.
- Allora intanto andiamo nella hall, ti va?

In quel momento avrei voluto dire tantissime cose, altre sadiche e crudeli ed altre da far invidia ai Little Pony.
Però risposi solo: Sì.

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