Le 50 Stelle

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Gyaka;
view post Posted on 24/1/2010, 20:00




XD ditemi, avete mai sentito parlare del premio Armando Curcio Editore?
Ebbene sì ragazze. Io partecipo. E qui ho intenzione di postare il mio racconto.

Tema: La pace veicola il dialogo tra i popoli e la multiculturalità.
Sono più dei caratteri previsti (7500), cercherò di tagliare qualcosa. Intanto ditemi se avete idee migliori per il titolo ^^

Richard Ascott aveva 35 anni ed era il colonnello più giovane della storia. Americano da generazioni aveva servito il proprio Paese con fedeltà e abnegazione, era stato inviato in ogni angolo della terra dove ci fosse bisogno di una forte presenza militare per sedare rivolte, ma soprattutto per conquistare nuovi territori ricchi di petrolio.
Il Presidente in persona, su suggerimento del generale Duncan, affidò al colonnello Ascott una nuova missione per l’individuazione di zone petrolifere ancora inesplorate su tutta la costa ovest del continente africano dalla città di Dalafur fino a Mangriheb. Ascott, a capo di 1500 uomini avrebbe dovuto, nel giro di un paio d’anni, spianare la strada alle compagnie petrolifere americane per tenerle al riparo da eventuali rivolte delle popolazioni locali. I preparativi furono organizzati con cura, viveri e armamenti erano stati più volte controllati, Ascott aveva selezionato attentamente anche il personale, oltre ai soldati e agli ufficiali c’erano medici, geologi, scienziati, cuochi e persino un parroco. Le due portaerei Viki I e Viki II navigarono tranquille fino a quando la meta di Dalafur fu raggiunta. Qui doveva essere sistemato il primo campo base. Nei giorni seguenti Ascott con un seguito di uomini andò in perlustrazione nei villaggi e nelle città vicine. Quello che vedeva gli piaceva, la popolazione era povera e sembrava inerme, il loro andirivieni su camionette militari non destava alcun interesse da parte della gente. Tenere a bada rivolte sarebbe stato più facile del previsto. Ma il giorno che avrebbe cambiato la vita al colonnello arrivò. Si presentò al loro campo una giovane donna di nome Maya, e mentre lei parlava con l’ufficiale medico, Ascott la fissava intensamente. Aveva il viso ambrato dai tratti dolcissimi, e grandi occhi scuri; il colonnello non aveva mai visto nulla di così bello in vita sua. Naturalmente si interessò subito a lei; seppe così che era originaria del luogo, ma ormai cittadina americana, perché da piccola, per sfuggire alla guerra i genitori la fecero partire per New York, dove riuscì a studiare e laurearsi in medicina. Ora Maya era tornata per mettere a frutto le sue conoscenze e gestire così l’ospedale pediatrico. Il materiale a sua disposizione però era poco, quindi si era presentata al campo alla ricerca di antibiotici e siringhe; cinque bambini erano gravemente ammalati.
Il colonnello iniziò a frequentare Maya, la accompagnava in ospedale e poi la ritornava a prendere e alla sera andavano sulla spiaggia vicina a passeggiare e chiacchierare fino a notte fonda. Non passò molto che Ascott fu preso dalla stessa passione che Maya, ormai sua fidanzata, aveva verso i bambini. Al campo base andava solo per dormire e rifornirsi di medicinali e attrezzature per l’ospedale. Gli altri ufficiali erano perplessi, non riconoscevano più il loro capo, non era più l’uomo tutto d’un pezzo col quale avevano condiviso tante missioni. Era passato un mese e le cose non andavano affatto bene, dal comando generale americano di Washington arrivavano ordini che Ascott non eseguiva. Ormai si era impegnato anima e corpo nella sua personalissima missione.
Un giorno rientrò al campo prima del previsto, chiamò gli ufficiali a raccolta e iniziò a parlare.
Spiegò loro che era orgoglioso di essere un americano, ma non voleva più né distruggere, né saccheggiare, né conquistare. Aveva capito, grazie all’amore di una donna, che usare la tecnologia e scienza per salvare vite e portare civiltà e speranza era più gratificante.
Tutti lo ascoltarono un po’ increduli, sapevano benissimo che una volta tornati in patria sarebbero stati sottoposti a corte marziale, ma erano i suoi uomini si fidavano di lui e gli avrebbero comunque obbedito. Anche Ascott era consapevole di quanto gli sarebbe accaduto, ma non gli importava, ora le sue priorità erano cambiate. Con un gruppo di suoi “fedelissimi” studiò attentamente il da farsi per portare sollievo non solo ai bambini, ma a tutte le comunità circostanti. Tutti si misero al lavoro, Ascott aveva ricominciato a dare ordini. I soldati furono impiegati per sminare terreni, ricostruire ponti, riparare edifici danneggiati, compreso l’ospedale e alcuni uffici pubblici. Altri montarono delle tende al centro del villaggio, sarebbero servite per ospitare mensa, scuola e infermeria. Furono reperiti materiali scolastici e gli scienziati si improvvisarono maestri. I medici furono distribuiti negli ospedali e nelle infermerie per addestrare nuovi dottori, anche i geologi furono “riciclati” per insegnare tecniche di coltivazione ai contadini. Era stata messa in moto una macchina di soccorso molto efficiente. Ascott pensò, che ciò che aveva fatto in quel posto, lo avrebbe potuto fare anche in altri luoghi. Assieme a Maya e a 500 uomini si spostò più a nord. Quando la gente lo vide arrivare si riversò in strada chiamando : “Colonnello, Colonnello”. La sua fama lo precedeva, aveva portato speranza e la voce si era sparsa di villaggio in villaggio e da città in città. Non conoscevano neppure il suo nome , per tutti era solo : Il Colonnello. Due bambini gli corsero incontro e parlando con Maya chiesero di fermarsi anche lì, in quel luogo abbandonato da Dio. Ascott aveva capito, e col capo annuì. Ricominciò così l’opera sperimentata con successo a Dalafur.
Scuole, mense e infermerie, ricostruzione di edifici danneggiati, ma soprattutto insegnamento ed addestramento; solo così avrebbero potuto un giorno cavarsela da soli. Queste nuove missioni fecero ben presto il giro di tutta la costa ovest, ogni villaggio e città chiedeva di poter avere il colonnello. Sfortunatamente la voce arrivò anche a Washington, dove Ascott, da eroe passò come traditore della patria. Anche il governatore dello stato africano di Anganibe lo cercò, non ci furono cerimonie, ma solo il ringraziamento per quanto Ascott con i suoi uomini aveva fatto per loro. Durante il colloquio il colonnello informò il governatore sulle possibilità di progresso che il suo popolo avrebbe potuto avere sfruttando le loro risorse naturali cioè i paesaggi e le spiagge incontaminate, ma gli disse anche che quella zona era ricca di petrolio, e che l’America lo voleva tutto per sé.
Il governo di Anigabe, da sempre ostile verso l’America, contattò per la prima volta il Presidente Americano con una proposta allettante. A Washington sapevano che se avessero agito con la forza, Ascott e tutti i suoi uomini avrebbero difeso quelle popolazioni; quindi cominciarono lunghe ed estenuanti trattative. In cambio di una parte di petrolio l’America avrebbe portato tecnologie e uomini, le compagnie petrolifere avrebbero assunto personale del luogo e costruito infrastrutture. Nelle zone più belle sarebbero stati costruiti villaggi e albeghi-vacanze, il turismo avrebbero portato lavoro e benessere. Sarebbero arrivati anche uomini altamente specializzati: ingegneri, professori, medici ecc; che avrebbero portato cultura e insegnamento. Ascott sentiva di aver fatto qualcosa di buono, quegli accordi avrebbero dato un futuro migliore a quei bambini e alle generazioni successive, ma lui voleva controllare di persona che tutti rispettassero gli impegni, quindi prese la decisione di non tornare mai più in America, la sua casa ormai era quella; sposò Maya che era incinta di tre mesi e si trasferirono a Lhassy, dove sorgeva il più grande ospedale della costa. Gli impegni di Ascott erano sempre numerosi. Nonostante stesse per diventare padre del piccolo Micheal, ogni giorno sulla camionetta girava per villaggi e città per controllare che tutto filasse liscio. Una sera sulla strada del rientro in un attimo di distrazione la camionetta finì fuori strada, si capottò più volte e Ascott morì sul colpo. In due anni la volontà di un solo uomo aveva dato speranza a decine di migliaia di persone in 50 città. Nella città di Dalafur fu eretta una statua in suo onore, sopra c’era scritto semplicemente “AL COLONNELLO”.
Ecco, caro Micheal, questo era tuo padre.

Firmato: Maya

Mia madre insiste perchè non copiate.
 
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»Holiday
view post Posted on 24/1/2010, 20:09




Mamamamamamamama çç
è commovente! *A*
Bellabellabellabellabellabellabella, Jessy ùù

Di' a tua madre che siamo PraFe Vagazze, non copiamo xD
 
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Gyaka;
view post Posted on 24/1/2010, 20:14




xD certo holi certo.

Grazie ^^
 
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thedoc
view post Posted on 24/1/2010, 20:40




Molto bella, mi è piaciuta tantissimo!!!!
Il titolo non mi sembra male, cmq. Solo una cosa: in questa frase
CITAZIONE
Nelle zone più belle sarebbero stati costruiti villaggi e albeghi-vacanze, il turismo avrebbero portato lavoro e benessere

credo che sarebbe meglio mettere "avrebbero" al singolare
 
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Gyaka;
view post Posted on 24/1/2010, 20:41




ah si :asd: grazie Doc.
 
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The Creationist
view post Posted on 25/1/2010, 15:07




Mamamamamama...
Gyaka, non è mica quella storia che ti ho aiutato ad iniziare?
 
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Gyaka;
view post Posted on 26/1/2010, 13:45




Si ma la tua parte l'ho dovuta modificare ç_ç
E adesso come ho detto ne devo tagliare un bel pezzo :sisi:
 
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6 replies since 24/1/2010, 20:00   18 views
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