Stessa scuola, nuovo anno., Privata

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»Holiday
view post Posted on 14/1/2010, 22:32




Sorrow Nathaniel Fisher
Faceva un freddo cane.
Continuavo a stringermi convulsamente nel cappotto cercando di tenere in equilibrio la valigia sulla spalla, dato che la reggevo soltanto con un dito. Sembrava una di quelle borse di cartone che si portavano gli immigrati di inizio '900. A contribuire a darmi un'aria da poveraccio ci pensavano le AllStar praticamente in fin di vita e la sigaretta di bassa qualità che avevo in bocca. Almeno quella riusciva a riscaldarmi i polmoni.
Di solito non mi piaceva fumare, ma quella sigaretta me l'aveva regalata Timmy, e oramai qualunque cosa avesse potuto farlo felice... andava fatta. Timmy aveva perso anche più di me, nell'incendio, e per giunta non aveva trovato nessuno come Sybil che potesse accudirlo, e adesso viveva in affido in una famiglia londinese, dove non si trovava affatto bene.
Mi dovevo ritenere fortunato.
Ero l'unico superstite, oltre a Timmy.
Dopo essere stato a trovare il mio piccolo amico per le vacanze natalizie, in Inghilterra, avevo ripreso l'aereo ed ero atterrato a Tokyo, perché il volo costava di meno rispetto a quello per Sapporo. Da lì avevo dovuto prendere treno, nave e ancora treno per arrivare nella zona sud-ovest di Hokkaido, dove Sybil Sokolov aveva fondato la sua accademia.
Ero esausto, ma mi mancava ancora tutta la strada a piedi, dalla cittadina più vicina all'accademia fino alla scuola stessa. Mi chiedevo in continuazione, stringendo la sigaretta tra i denti, perché diavolo c'era bisogno di fondare una scuola in aperta campagna.
Finalmente, la strada finì, o, per meglio dire, venne interrotta dal cancello. Finalmente ero alla Sokolov. Di nuovo.
Mi ero iscritto nel febbraio dell'anno prima, disperato perché senza casa, e ci stavo ritornando. Sybil Sokolov era una bella persona e aveva avuto la decenza e la gentilezza di ammettermi nel suo istituto. Quando aveva chiuso per qualche mese, ero stato preso dal panico.
Fortunatamente, adesso aveva riaperto e potevo tornare definitivamente.
Sokolov Accademy
Private Istitute
Headmaster: Sybil Sokolov

La stessa scritta era ripetuta in giapponese.
Suonai al citofono e la signorina Wilson mi aprì quasi istantaneamente. Spinsi il cancello, sputando la sigaretta a terra e schiacciandola sotto il piede. Non sarebbe stato un problema, Sybil mi avrebbe perdonato.
niziai a camminare per il vialetto, sistemandomi ogni tanto la valigia sulla spalla. C'erano un sacco di nuovi alberi, rispetto a qualche mese prima.
E tanta neve.
A Londra, la neve abbondava, ma quell'anno non aveva nevicato quasi per niente. Invece, lì ad Hokkaido era tutto bianco.
Sospirai.
Sperai di incontrare in fretta qualcuno, così da sapere la mia nuova camera.
 
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•//mattu//•
view post Posted on 15/1/2010, 19:10





Shein Saigo

Eccola, la scuola.
Si respirava un buon profumo di neve. E si congelava. Cavoli, se si congelava! Cercavo di riscaldarmi in un paio di giacche imbottite, avevo un cappello con copriorecchie e una sciarpa di lana mi avvolgeva e mi copriva fin sotto in naso. Per di più avevo un paio di guanti di lana, assolutamente inutili. La Cina non è poi così lontana dal Giappone. Solo che avevo avuto delle grosse complicazioni a partire. Dopo aver saputo la notizia dai miei avrei voluto fare il più in fretta possibile per arrivare ad Hokkaido, a costo di lanciarmici con una catapulta. Certo, con tutti quei problemi, come i soldi, la collocazione precisa dell'istituto, il tempo... ma, grazie ad Internet - sia benedetto - ero riuscito a trovare sul web il più veloce volo low cost possibile e... ce l'avevo fatta! Ero lì, alla Sokolov, davanti al portone principale e, semplicemente, non mi sembrava vero! Ero così felice di avere la concreta possibilità di ritrovare lei...
Mi trovavo nel vialetto di entrata dell'accademia. Dato che le lezioni non erano ancora cominciate, avevo deciso di starmene un po' fuori ad osservare il... ehm... corso degli eventi, pur morendo di freddo. La scuola era piuttosto maestosa e dava l'idea di essere una sorta di municipio di una grande città.
Sokolov Accademy... la fondatrice non è giapponese: si tratta di Sybil Sokolov. Lei è russa.
Mentre ripetevo in mente questi appunti trovati su Internet vidi un tipo al cancello d'ingresso con un aspetto piuttosto trasandato e con una valigia in spalla. Tuttavia, aveva un'aria amichevole e mi sembava avesse un gran bisogno di aiuto. Mi precipitai a dargli una mano.
-Ehi! Serve una mano?
Senza neanche aspettare una risposta - e con un grande e smagliante sorriso - afferrai la valigia che cercava di non far cadere.
 
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»Holiday
view post Posted on 15/1/2010, 20:09




Sorrow Nathaniel Fisher
Stavo per partire di buona lena verso l'edificio principale -non ne potevo più di stare al freddo- quando mi saltò praticamente addosso un ragazzino, alto la metà di me (ok, sto esagerando. 1.60, 1.65, forse.), biondo e con dei tratti strani. Sembrava la personificazione del melting pot: occhi leggermente a mandorla, ma con ciglia lunghe, capelli biondi, carnagione pallida, naso piccolo... non rientrava in nessuno dei canoni etnici da me conosciuti.
Doveva essere uno nuovo, perché non l'avevo mai notato in giro.
- Ehi! Serve una mano? - esclamò. Prima che potessi dirgli di stare pure comodo, che no, non avevo bisogno di nulla, mi strappò la valigia di mano, con un sorrisone sulla faccia.
Oddio, e questo chi è? pensò la mia fenomenale diffidenza. Sorrisi a fatica. Non ero bravo a trattare con gli sconosciuti. Sono abbastanza schietto, quasi cattivo, ma posso permettermi di esserlo solo con chi conosco, perché so che non offenderò nessuno, mentre con le nuove conoscenze mi sentivo quasi in soggezione.
- Ciao - dissi a fatica. - Ehm... io sono Sorrow. Sorrow Nathaniel Fisher.
Gli porsi la mano. Notai che reggeva senza fatica la mia valigia, stracolma di souvenir inglesi, più un migliaio di emerite cazzate che mi ero portato in viaggio senza che effettivamente mi servissero.
Mi stavo torturando le mani. Mi affrettai a lasciarle cadere lungo i fianchi, poi chiesi: - Sei nuovo, vero? Non ti ho mai visto in giro.
Esauriti gli elementi di conversazione. Ah, no! Il tempo, il motore di ogni conversazione.
- Che freddo - commentai, ficcandomi le mani in tasca.
Adesso sì che non avevo più risorse. Mi ritrovai a battere i piedi, davanti ad un ragazzino basso e potenzialmente curioso. Mi accorsi che non gli avevo chiesto né chi fosse, né quanti anni avesse, come fanno di solito le persone normali, ma soprattutto non avevo fatto storie quando mi aveva preso la valigia. Non avevo però la voglia di riprendermela. Ero un approfittatore.
Adottai la solita tattica: aspettare che fosse lui a parlare.
 
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•//mattu//•
view post Posted on 22/1/2010, 19:29




-Ehm... io sono Sorrow. Sorrow Nathaniel Fisher. Sei nuovo, vero? Non ti ho mai visto in giro. Che freddo...
Un tipo strano, non c'è che dire. E' riuscito a parlare di tre argomenti prima che potessi rispondere anche ad una sola delle sue domande.
-Mi chiamo Shein Saigo, sono nuovo e questo posto mi sembra piuttosto... interessante, se così si può dire.
'Non ti ho mai visto in giro' aveva detto. Doveva essere uno che andava alla Sokolov già da parecchi anni, o almeno era questa l'idea che mi ero fatto. Sembrava anche piuttosto impacciato quando mi parlava e cercai di rompere il ghiaccio con un tono di voce calmo e amichevole. O almeno ci provavo...
 
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3 replies since 14/1/2010, 22:32   95 views
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