Una giornata tranquilla... o quasi, privata u.u

Alt, alt, alt. Cosa stava facendo?!
- S-Senti, Blith, io...
Non riuscii ad andare avanti, perché sentii le sue labbra che mi baciavano il collo. Fui attraversata da un fremito di piacere.
Era una macchina ad ormoni, come Mail-chan. Però dovevo dire che quando si prova sulla propria pelle (del collo, in questo caso) qualcuno che ci prova così, be'... rifiutare è difficile.
- B-Blith...
La mia testa era di nuovo partita in vacanza.

Era la fine. Stop. Non potevo più fare nulla per fermarmi.
Tuttavia, la cosa non mi dispiaceva affatto.
Ora, le mie braccia non la stringevano più. Erano scese più in basso, e con loro le mie labbra.
No, non così in basso.
Adesso la mia bocca aveva oltreppasato il suo collo e aveva preso a leccarle la chiara [ ChiaraaaH °w° ] pelle poco più sopra del seno - benché avesse una camicia piuttosto accollata - mentre le accarezzavo dolcemente i fianchi.
Avevo intenzione di scendere ancora.
Mi piaceva quella sensazione. Quella sensazione che stavo facendo qualcosa di... proibito, diciamo. Come quando si è piccoli: è più divertente fare qualcosa se ti hanno chiesto di non farla. Mi sentivo esattamente così.
Decisi che stavo scomoda e la feci violentemente stendere orrizzontalmente sulla panchina, staccando a malincuore le mie labbra dalla sua dolce pelle.
Per spingerla avevo fatto forza sulle sue spalle. Da lì, le mie mani scivolarono lungo il colletto della camicia fino ad arrivare al primo bottone. Lo aprii.
Ormai è fatta.

Mi sentivo come se mi stessi approfittando di lei. O lei di me?
Boh, che importava. Mi lasciai baciare, sul collo, sulla pelle sopra il seno, e le sue mani mi accarezzarono sui fianchi.
- No, Blith, per piacere... - protestai debolmente. Mi sembravano quelle preghiere di chi sa che sta facendo una cosa sbagliata, ma vuole mettersi l'animo in pace. Quando ci avessi ripensato, mi sarei ricordata che io avevo cercato di rifiutare. E avrei avuto la coscienza pulita.
Quando mi sbottonò la camicetta, sobbalzai, e le mise le mani intorno ai fianchi. Ero sotto di lei, sulla panchina.
O Dio mio, cosa sto facendo?!

-No, Blith, per piacere...
No, basta così. Adesso perfino la mia parte cattiva si sentiva in colpa!
Sollvai il mio corpo dal suo e tirai un sospiro.
Poi le risistemai i vestiti e mi alzai del tutto.
Ma a quanto pare, la parte cattiva aveva ancora qualcosa da dire.
Mi avvicinai a lei per un'ultima volta e mi chinai verso il suo volto. Le sussurrai ad un orecchio:
-Nel caso fossi interessata a continuare, mi trovi alla camera numero venitnove...
Afferrai il manico della borsetta e me la misi a tracolla; poi, come se non fosse successo nulla, infilai le mani in tasca e iniziai a camminare lentamente verso l'ingresso.

Rimasi imbambolata. Ma... ma no! Aveva... aveva smesso!
Mi alzai di scatto e le corsi dietro per la poca distanza che ci divideva. Mi buttai addosso a lei e la presi quasi violentemente a braccetto.
Nel caso fossi interessata a continuare, mi trovi alla camera numero venitnove...
- Ehm, non è che mi ci potresti accompagnare?

Per un attimo esitai.
Quella frase riecheggiava nella mia testa.. accompagnarcela? E me lo chiedi? Ma... forse mi stavo lasciando prendere. So solo che tutto quello che riuscii a dire fu:
-...prego, per di qua.

Continua qui.