Camera #29, di Yuki Takahashi e Blith Honoko

Blith Honoko
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Giravo al primo piano con in mano un pezzetto di carta: avevo la stanza numero ventinove.
Ventinove... ventinove... eccola!
Finalmente la trovai. Girai il pomello ed entrai.
Mi piaceva la stanza. Soprattutto per la quiete che aleggiava. E poi dava sul giardino e il boschetto, quindi al mattino mi sarei svegliata col cinguettìo degli uccelli. Tirai un respiro profondo. La mia compagna non era ancora arrivata e Sybil non mi aveva detto chi fosse. Speravo che l'avrei scoperto in fretta...
Passò circa un'ora, passata ad ascoltare musica. Decisi di andare ad iscrivermi al club di musica...

Edited by •//mattu//• - 5/1/2010, 15:34

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Aprii la porta con la poca forza che mi rimaneva nel braccio destro. Ero tesa. Tesa come una corda di violino. La presi teneramente per la mano e la feci accomodare sul letto accanto a me. Yuki sarebbe potuta arrivare da un momento all'altro... ma non ci diedi importanza.
-Io... ehm... perché sei voluta venire qui?

Sarah Sweellow

Mi strinsi nelle spalle.
- C'è proprio bisogno che trovi un motivo? Puoi chiamarlo cuore, come puoi chiamarli ferormoni.
Ridacchiai.
- Sei più una tipa da "cuore" o da "ferormoni"?
A me sembrava più propendente per la seconda opzione. Io non ero mai stata una tipa particolarmente romantica.
La camera sua e di una certa Yuki aveva un letto a castello. Alzai le sopracciglia. I letti singoli si potevano unire.
- Tu dove dormi?
Una volta Sybil aveva detto che di solito chi dormiva sotto nel letto a castello era il seme, chi sopra l'uke, contrariamente alle posizioni effettive nel letto stesso. Si imparavano grandi cose, alla Sokolov.
Mi venne in mente un aneddoto.
- Lo sai che quando Mailaen e Maresuke erano in camera insieme Sybil li ha fatti dividere? Perché aveva paura che consumassero, capisci. Anche se a Fujiwara non è mai nemmeno passato per l'anticamera del cervello, Mare era decisamente innamorato di Mail, e Sybil per una volta è riuscita a fiutare l'occasione di esercitare la sua autorità. Grande donna.

-L'unica notte che ho trascorso qui ho dormito nel letto di sotto, dato che la mia compgna di stanza non si è fatta viva...
La guardavo negli occhi, quando le parlavo. Volevo - molto malvagio da parte mia - che le scattasse dentro lo stesso che avevo provato io. Che fosse lei a fare quello che avrei dovuto e avrei voluto fare io.

Supponevo che.. sì, insomma, potessimo continuare.
Lei mi sembrava alquanto fremente.
Di sotto, eh?
Inaspettatamente, mi eccitai.
Mi girai verso di lei e la baciai, premendo con la lingua perché schiudesse le labbra.
Oh, desideravo che andasse avanti, che mi facesse sua. Che facesse come e meglio di come aveva fatto sulla panchina.

No... aspetta, sì! Non era un sogno! Mi aveva baciata... mi aveva baciata!
Il mio umore salì alle stelle... e in un attimo ci trovammo entrambe stese sul mio letto. In pochi attimi, il mio corpo aveva raggiunto una temperatura che avrebbe sciolto anche i cubetti di ghiaccio, mentre si sfregava contro il suo. La sentivo contorcersi sotto di me e la cosa mi faceva eccitare ancore di più. Non vedevo l'ora che fosse mia, su quel letto, in quella stanza, in quella scuola. Subito.
Le aprii la camicetta, stavolta tutta e più violentemente, ma esitai per un attimo a guardarla.
Era... eccitata.
<i>E il suo ragazzo?<i>

Non avevo mai provato un... appetito, se così si può definire, del genere. Volevo che il suo corpo fosse mio. O forse... che il mio corpo fosse suo. Completamente in balia degli istinti, mi lasciai baciare con passione e lasciai che Blith mi aprisse la camicetta. Appena arrivò abbastanza in basso con i bottoni, incarcai la schiena per andare a baciarla io stessa, con passione. La attirai più verso di me, facendola aderire al mio corpo. Eravamo entrambe bollenti.
La presi per le spalle, poi le mie mani scivolarono più verso di me e più in basso, andando ad accarezzarle i lati del petto. Era formosa, morbida, desiderabile. Mi incollai a lei.

Era inconcepibile perfino per un essere umano il timido e vago rumore che si disperdeva nell'aria. E decisi che la cosa non andava bene.
Accompagnai dolcemente le sue mani lungo il mio corpo, mentre la guardavo negli occhi. Poi, lasciando andare le mie labbra, le lasciai una macchia violacea sul collo, proprio sul davanti, e intanto avevo insinuato le mie mani sotto la sua gonna, e, risalebdo le sue gambe, avevo infilato due dita nel pizzo delle mutandine ai fianchi.

Santo cielo. Quando mi aveva lasciato sul collo un succhiotto avevo sentito tutto le cellule del mio corpo fremere all'unisono. Le sue mani si insinuarono sotto la mia gonna, provocandomi un brivido di piacere, e due delle sue dita si infilarono sotto il pizzo ai fianchi delle mutandine.
Affondai il viso nel suo collo, inspirando il suo profumo inebriante e buonissimo.
Non sapevo nemmeno il suo cognome, eppure era un momento perfetto. Probabilmente era l'aria della Sokolov, perché lì succedeva così più o meno a tutti. Magari Sybil spruzzava degli ormoni nell'aria a nostra insaputa.

La sentii inspirare profondamente. No. Non basta.
Tirai giù con un rapido gesto le mutandine, pensando caparbiamente a quello che ne sarebbe conseguito. Ma... mi chiedevo se lei avrebbe fatto lo stesso. Eppure... ero vergine, io. Ero quella ragazzina innocente e studiosa che stava tutto il giorno chiusa in camera a leggere o al massimo a guardare la TV. Che cosa era cambiato? Prima dell'estate di quell'anno non mi ero mai sognata di leggere cose come l'hentai, lo yaoi o tantomeno lo yuri!
E poi avevo ripromesso a me stessa che avrei perso la verginità... con un uomo. Non so, mi piacciono anche le donne. Ma avrei voluto essere più parte del branco. Uomo-donna, e non donna-donna.
Eppure ero sempre riuscita a controllarmi... cos'aveva lei di speciale? Che fosse davvero... la persona giusta?
Ma ormai sentivo che era fatta. Non si poteva più tornare indietro. Non dopo quello che avevo fatto. Ma a volte, la vita fa davvero schifo...
Nokia Tune, dididin-di, dididin-di, dididindin-dì.
Lo lasciai squillare più volte. Poi, di malavoglia, afferrai la borsetta e tirai fuori il mio nuovissimo Nokia N70, con le scritte sbiadite e confuse. Schiacciai il tasto verde.
-Pronto? Chi parla?
-Bibi-chan... sono io...
Ebbi un tuffo al cuore quando sentii quella voce. Libbs aveva una voce tremante, singhiozzava e le sue parole erano confuse.
-Libby-chan! Che succede? E' tutto a posto?
-Ehm... sì... cioè... non proprio... scusami... sei impegnata...?
Rivolsi uno sguardo malinconico al dolce viso di Sarah. La stavo praticamente supplicando di perdonarmi, ma mia sorella... boh. Avrei dovuto ancora scoprirlo.
Insomma, mi alzai e la lasciai lì, come un'idiota. Ovviamente, l'idiota ero io.


Edited by •//mattu//• - 21/1/2010, 19:42