Due prof sotto gli alberi, privata.

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Sybil Sokolov
Mentre sorseggiavamo il caffè in grosse tazze di porcellana, ci avviammo per il vialetto centrale del giardino, quello che passava in mezzo al querceto.
Intanto, io dicevo: - Quest'anno Mail compirà sedici anni, anche se non lo vuol far sapere a nessuno. Preferisce.. rimanere senza età, come Peter Pan. Insomma, a sedici anni non posso di certo permettergli di far quel che vuole come quando ne aveva tredici. Non è più un bambino... dall'altra parte, la Sokolov è famosa per lasciar liberi gli studenti, per non opprimerli. Oh, James, che devo fare?
Era un problema secondario, al momento, ma sapevo che prima o poi sarebbe venuto fuori quando Mail-chan avesse combinato qualche casino.
- Quest'anno sarai tu il suo professore, quindi preparati.
Ridacchiai.

James Matthew Nash
Passeggiavamo tra la vegetazione ricoperta di neve. Era molto rilassante, come quando, in primavera, io e Sybil ci sedevamo sotto gli alberi a prendere il te. Lei mi chiese cosa fare con Mail-chan.
- Indubbiamente non bisogna opprimerlo, altrimenti otterremmo l'effetto contrario. Però, in quanto figure di riferimento per lui e per gli altri studenti, dobbiamo operarci per indirizzarli sulla giusta strada. Tu, dopotutto, sei come un genitore per Mail-chan, quindi è giusto che lo aiuti. Io cercherò di darti tutto l'aiuto possibile, anche come suo professore.

Sospirai, buttando la testa all'indietro e lasciando che qualche fiocco di neve mi cadesse sul viso.
- Oh, Jim, Jim, Jim... sarà un anno lungo.
Lo dico tutti gli anni, ma alla fine passa sempre velocemente.
- Dimmi un po' di te, adesso. Cos'hai fatto da giugno? Non ti vedo da allora, con la scusa che la scuola avrebbe aperto dopo.
Gli diedi una gomitata con il braccio che non teneva il caffè. - Spero che la tua situazione sentimentale sia migliore di quella di maggio.
Ero sicura che non si sarebbe offeso. Dopotutto eravamo in ottimi rapporti.

Risi anche io. Di solito non mi piacevano quelle domande a bruciapelo, ma con la preside era tutta un'altra storia.
- La mia situazione sentimentale, eh... E' in fase di stallo, non frequento nessuno, ma la cosa mi sta bene così. Meglio soli che male accompagnati.
Quest'estate sono tornato a Londra. Alcuni mesi fa è morta mia madre, l'ultimo esponente di quella che consideravo la mia famiglia. Allora, con la scusa dell'apertura del testamento, ne ho approfittato per rivedere la città. E' cambiata moltissimo dall'ultima volta che ci sono stato.

Smisi di ridere. - Tua madre è morta? Oh, Jim, che dispiacere che mi dai! Che gran peccato... sarei voluta venire al funerale. Ma non parliamo di cose tristi. Londra era una gran bella città, quando ci sono stata. Ero andata a prendere un bambino all'orfanatrofio delle suore. Ma è cambiata in meglio, spero. La mia cara Mosca, invece, mi è sembrata un po' in declino. Forse sono io che vedo tutto in chiave diversa, dopo la morte di Yuki... sono passati sette anni, oramai. Vedi? Finiamo (stavo per scrivere finisciamo o_o nd Holiday) sempre per parlare di cose tristi.
Mi sedetti su una panchina, battendo con la mano il legno accanto a me per invitarlo a sedersi.

- No, Sybil, non voglio darti un dispiacere. Sono rimasto indifferente alla sua morte e non sono andato al funerale. Ormai non avevo più legami da molti anni, eravamo come estranei. Non so dirti se Londra sia cambiata in meglio o peggio, è semplicemente... diversa.
Mi dispiace averti fatto tornare a galla dei brutti ricordi, davvero. Io credo che le persone a cui siamo stati legati non muoiano mai. Non fraintendere, io non credo in dio, ma sono convinto che finché le serberemo nei nostri ricordi, queste persone non spariranno.
Mi voltai verso di lei e le sorrisi. - Hai ragione, parliamo di qualcosa di più allegro. C'è qualche studente che ha attirato la tua attenzione? Sai, voglio essere preparato, prima di finire prematuramente con un cappio al collo, eheh -

Incredibile, James era incredibile. Riusciva a propinarti verità profonde sulla vita, sull'amore, sulla morte... poi cambiava totalmente argomento. Un sorriso sorse spontaneo sulle mie labbra. - Studenti che hanno attirato la mia attenzione? Be', quest'anno tanti, devo dire. Ne sono arrivati diversi con un passato più che interessante... non so se hai sentito parlare di Aleister, quello che era accusato di essere un vampiro, o di Haler... già quelli mi hanno molto attirato. Se intendi attirare la mia attenzione in un altro senso... be', le studentesse di quest'anno sono un vero bouquet di bellezze.
Sospirai.

Ridacchiai, divertito. Se avessi conosciuto Sybil in un'altra occasione, non avrei mai creduto che fosse preside di un istituto. Questa sua caratteristica la rendeva un tipo intrigante.
- Non intendevo proprio in quel senso, ma anche questo è interessante. Dato che sono appena arrivato, non ho avuto modo di sapere alcunché sui nuovi arrivati, ma mentre andavo in segreteria ho intravisto qui in giardino dei tipi con un aspetto piuttosto... particolare, direi.

- Potresti aver visto Mail, da lontano, con abiti dell'Ottocento.. o Aleister, anche lui mi è parso piuttosto ottocentesco. Comunque, abbiamo delle belle personalità, quest'anno. Pensavo di insegnare anch'io, qualche volta. Non educazione sessuale come di certo stai pensando. Pensavo più a... letteratura. Letteratura russa. Tolstoj, eccetera.
Sì, avrei insegnato ai miei alunni a leggere. Leggere con passione e coinvolgimento, come sarebbe sempre giusto leggere, anche soltanto un articolo di giornale.
- Potresti avermi come collega oltre che come capo. Pensa che inferno.
Ridacchiai di nuovo. La compagnia di Jim mi piaceva proprio.

Quella passeggiata con Sybil mi aveva messo una grande allegria, o forse era proprio quella donna, chi lo sa?
- Probabilmente ci azzanneremmo come cani da caccia lasciati a digiuno per una settimana... No, credo che sarebbe divertente lavorare assieme e sono convinto che saresti un'ottima insegnante: ogni volta che mi parli della letteratura è come se esplodessi di gioia, hai una grande passione.
E poi forse quei disastri ambulanti apprenderebbero un po' di cultura vecchio stile, cosa che non gli farebbe assolutamente male.
- Mail non l'ho visto, ma in effetti c'era un ragazzo vestito con abiti antichi. Aveva un lungo ciuffo bianco che gli copriva il volto. E' possibile che fosse Aleister?

- Oh, sì, è lui. L'ha portato qui Mail, lo sai? Aleister è originario della Transilvania e, ti giuro, non so quando Mail abbia avuto il tempo e il mezzi per andarci, ma quel che è certo è che quei due sono amici e che Aleister è iscritto alla scuola. Un bravo ragazzo, oltretutto. Vuole diventare Prefetto.
Evviva i Prefetti.
- Sai che ha una cultura impressionante in anatomia e medicina? - accennai, sicura che si sarebbe interessato a lui. Sogghignai.

Mail che se ne scappa in Transilvania? Bah, non so che dire.
- Sai che ha una cultura impressionante in anatomia e medicina?
- Dici davvero? Sono proprio curioso di conoscerlo. Magari uno di questi giorni ci farò una chiacchierata.
A quelle parole qualcosa era scattato dentro di me. Se questo ragazzo si interessava alle materie scientifiche, di conseguenza interessava me.
Notai che il cielo si era fatto più scuro e diedi un'occhiata a Sybil.
- Forse è meglio che torniamo dentro. Si sta facendo buio e la temperatura si abbassa. Le tue labbra stanno diventando viola.

Ridacchiai, anche se in effetti si gelava. - Mi faccio schifo da sola. Una russa freddolosa!
Anche se di certo non ero nata in Siberia, gli inverni a Mosca non erano dei più caldi.
- Ok, dai, entriamo. Possiamo andare in segreteria, dove fa sempre caldo. Non consiglio la hall, è un po' fredda, di questi tempi, essendo l'atrio.

- No, dai non dire così. Anche se sei russa, hai cambiato ambiente da molto tempo e il tuo corpo si è adeguato. Non ti preoccupare: hai comunque una scorza dura.
Mi alzai e le tesi una mano gentilmente.
- La segreteria andrà benissimo, così potremo spiare qualche nuovo alunno che chiede una camera.
Com'è che sono così crudele verso i ragazzi, oggi?

Risi. Quanto mi metteva di buon umore!
- Ok, andiamo in segreteria, milord - dissi, trattenendo le risa.