Mein bester Freund., MelloxMatt Yaoi/Lemon/OOC R

1.Früh





Non che la cosa mi facesse andare in bestia, sia chiaro, ma mi dava fastidio.

Da quando si era trovato quella nuova ragazza passava più tempo al cellulare che davanti al megaschermo che io, nella mia immensa generosità, gli avevo regalato.

A tavola, a letto (nel bel mezzo della notte, aggiungerei) in bagno, per strada, al ristorante… ormai quella maledetta suoneria mi rimbombava in testa peggio di un clacson!

Ricordo ancora quando, mentre dormivo serenamente e sognavo di essere in cima al mondo mentre guardavo Near, strisciante, implorarmi pietà, venni svegliato dalla voce di Matt che gridava “Cosa? Verrai a trovarmi in città? Ma è meraviglioso!! No, no, vedrai che a Mello farà piacere!” Ecco, io non credo che Matt avesse ben compreso che se io avessi visto anche una sola volta la faccia di quella rompi-coglioni patentata le avrei strappato le dita a morsi per impedirgli di poter comporre un altro qualsiasi numero telefonico. Fortunatamente Matt era un ragazzo docile e mansueto, bastarono in paio di calci nello stomaco per fargli capire la lezione.



Poi quei due si lasciavo, si rimettevano insieme e poi ancora si lasciavano e di nuovo insieme… era tutto un circolo vizioso! E tutte le sante volte che lei, perché lui non ne era capace, lo scaricava veniva a piangere da me, e io, da buon amico che sono, lo ascoltavo facendogli da fazzoletto umano. Quanti giubbotti di pelle avrò buttato via per questa ragione? Troppi. Ma gli amici sono amici, e se sono anche gli unici che hai è meglio tenerseli stretti.



Per la maggior parte del tempo stavamo lontani, un sollievo per le mie orecchie e i miei costosissimi vestiti. Io ero spesso e volentieri in Giappone a indagare sul cosiddetto “secondo Kira”, mentre lui restava nella base, che cambiava ogni mese, negli Stati Uniti. Si lamentava spesso dei miei ordini quando ci sentivamo per telefono, ma io me ne sbattevo altamente le palle facendo finta di starlo a sentire bisbigliando qualche “sì sì” ogni tanto, alla fine li avrebbe eseguiti comunque. Sapevo che nonostante ci fosse l’oceano fra di noi non mi avrebbe abbandonato o tradito, forse qualche piccola distrazione, ma ero certo che non avrebbe sgarrato molto come “uscire a fare shopping per ore con la sua micetta sexy”, non l’avrebbe mai fatto se non fossi stato io a permetterglielo.

Era una delle cose che mi legavano più a lui, questa sua subordinazione intendo, il senso di potere che esercitavo su di lui senza un motivo preciso. Sentivo solo che era mio e lui lo accettava.





Ci fu una volta però, quando per l’ennesima volta era stato lasciato da Lena (che razza di nome…) per un altro, che non appena aprii la porta dell’appartamento lo trovai disteso sul pavimento del salotto fra le carte delle patatine vuote e i mozziconi di sigarette spenti, svenuto. Accorsi subito in suo aiuto, che sarebbe successo se si fosse suicidato? Chi mi avrebbe comprato la cioccolata? Io non potevo mostrarmi in volto facilmente, come avrei fatto senza una cavia anti-Kira da mandare allo sbaraglio per salvarmi le chiappe come lui? Certo, ero anche preoccupato per la sua persona, ovviamente.



Visto che, ok che sono il suo migliore amico ma…, non avevo nessuna voglia di stare lì a cantargli la canzoncina del buon risveglio, decisi si passare direttamente al metodo più efficace come una bella lavata ad acqua fredda.

Ed acqua fu.



-Ma che caz…Mello ma che cazzo fai?!- urlò lui alzandosi bruscamente dal pavimento e cercando di separare più che poteva gli arti per far asciugare un po’ la stoffa



-Ma dio, sembravi morto! Non ti sarai drogato per…



-Non mi sono drogato!



-Beh? Allora come hai fatto a finire sul pavimento? Tu odi dormire sulle superfici dure.



-E’ che pensavo a lei- un sospiro –e a quel suo fottutissimo nuovo ragazzo!- stavolta un ringhio



-Matt, è la quinta volta che ti lascia non dovresti dimenticarla?- tentai io per la terza volta in un mese, un mese!, ormai ero talmente abituato a certe scene che non mi arrabbiavo più. Il mio tono era stanco e rassegnato. Quel ragazzo era più cocciuto di un mulo, e anche un po’ scemo, se non avessi saputo che la graduatoria l’aveva preparata L avrei detto che quello che l‘aveva messo terzo era un babbeo senza il minimo senso logico.



-Lei mi ama! Tornerà da me…



-Certo che tornerà da te, lo fa sempre. Sta con altri ragazzi, li lascia perché non le piacciono più e poi torna da te finché non ne trova uno nuovo! Matt, quella ti sta sfruttando.- gli illustrai, nuovamente, la mia teoria ma sapevo già che erano parole al vento. Non mi avrebbe mai ascoltato da quel punto di vista, quando si trattava di informazioni o calcoli era tutto orecchi ma se si trattava di donne…

Era dai tempi del Wammy’s House che si era rifiutato di ascoltare le mie opinioni in proposito, da quando aveva scoperto il mio segreto.

Probabilmente quel giorno dev’essergli crollato un mito, un punto di riferimento, deve avermi rivalutato completamente sebbene rimanessi suo amico per la pelle. Sì, non ha mai rotto i ponti con me, anzi, quel segreto ci ha legato ancora di più, anche se da allora censura qualsiasi mio commento sull’amore.

Per me era solo un bambino fisicamente più sviluppato degli altri, non sapeva accettare i cambiamenti e si ingelosiva facilmente, penso che fosse successo anche quella volta, quando, aprendo la porta della mia camera senza bussare, vide Near e me attorcigliati sul pavimento. Fu davvero un colpo. Per me, per lui e, certamente, per Near.



Non mi stupisce più di tanto che da allora si comporti così, ma un minimo di criterio avrebbe dovuto averlo, no Matty?



-Mel…- cominciò con un tono piuttosto drammatico, non mi piaceva affatto sapevo che quando faceva così intonava una lagna che poteva durare giorni.



-Che vuoi adesso?- fui da subito brusco così da poterlo mettere in riga che con me i vestiti non si sciupano più. Stavamo finendo i soldi e non avevo voglia di buttarne via altri.



-Com’è essere gay?- magnifico, proprio questo mi aspettavo eh? No, questa non era una delle sue solite domande sull’equilibrio cosmico, questa era una domanda anomala!



-E’… normale. Non è che se sei gay è come se fossi malato di AIDS, sei una persona normale Matt!- Sbottai irritato, ma guarda te che razza di idee venivano in mente a sto coglione.



-Ma come ci si sente?-



-Bene. Sei “felice” come sei, non c’è niente di strano.-



-Pensi che io possa diventarlo?- Sì, sì non avevo dubbi, L doveva aver fatto un errore. –Perché io… vorrei provare a essere come te.-



-Matt, essere Gay non vuol dire essere un cazzutissimo frocio!!- Tuonai mentre a grandi passi mi dirigevo verso la camera da letto sbattendo la porta dietro di me



“E’ davvero un cretino.”
[…]


To be continued...