†Sinners love., MattXMello E se Matt e Mello fossero ancora vivi? NC-17

« Older   Newer »
  Share  
†.shinigami lady.
view post Posted on 28/2/2010, 17:23




Traduzione titolo: Peccatori d'amore.
Genere: Romantica, Erotica, Sentimentale.
Paring Dominante: MattXMello
Altri Paring: MelloXNear
Rating:Rosso [NC/17]
Note:Yaoi, What if?, Spoiler!


E se?...Se Mello fosse ancora vivo? Non fosse stato ucciso? E se...Se Matt non fosse morto? Fosse ancora vivo? Cosa succederebbe? Se Tra loro c'era complicità amore, e pensavano di morire? Ora che erano vivi cosa avrebbero fatto? E Near? Near cosa avrebbe detto? Cosa arebbe fatto? ...pensate...pensate...meditate...io intanto scrivo .-.


.Primo capitolo:~La fenice.




La testa china su quel volante, tu mezzo morto, la croce che penzola fuori dalla tua maglia, i tuoi occhi che fissano quelle fiamme,

così rosse,

così calde...

Chiudi gli occhi, pensi, pensi che questa è la fine, questa è la fine di tutto e Kira ha vinto. Fai una smorfia per quella poca forza che ti ritrovi, i vetri della macchina esplodono. Ti ferisci, ma non importa, tanto presto morirai e niente è più importante, poi pensi, pensi...



Lui...



I suoi occhi verdi, un verde che ti rende vita, che ti dà forza e ti rende dolce, dolce come la cioccolata. Ripensi alla notte prima, al letto, alle carezze, ai respiri pesanti, veloci, ai corpi sudati, caldi, avvolgenti...

Pensi a quella piccola parola che uscì dalla sua bocca,sorridi, una lacrima si incastra tra le ciglia lunghe.

Perché ti domandi. Perché? Perché tutto deve finire così?

Eppure ci hai messo tutto te stesso, hai lottato, hai sperato, ma alla fine stai morendo e forse anche lui.



Avevi promesso, avevi promesso Matt...Perché non ci sei?



Ecco quello a cui pensavi. Ma come, ma perché? Tu eri tutto per lui eppure sta morendo. Stai li ad aspettare che arrivi quell'angelo,

ma non arriva.





Dormi Mello.

Dormi.



Per quanto tempo stai dormendo Mello? Un anno? Un mese? Un giorno?

Perché non ti svegli Mello?






La stanza bianca, grande, luminosa. Un letto. Occhi che bruciano, occhi che sperano...Sorrisi.

Fuori piove Mello. Ma dentro di me c'è una pioggia più catastrofica, che sta scatenando una tempesta...

Sussurri a te stesso. Stringi forte quella mano, così liscia, così perfetta, così calda.



Dormi.





E' notte e non piove più,

è notte e la luna ti illumina il cuore,

è notte e stringi forte,

è notte e piangi piano,

è notte e sorridi al cielo ora più bello che mai.





Sono passati due mesi, tu sei li su quel letto e ti muovi, ti senti vivo, ti senti fresco. Apri piano gli occhi, intorno a te c'è buio, silenzio.

Cerchi di girare la testa, ma ti fa troppo male, stai fermo. Fai una smorfia per il dolore. La sua mano è calda, il corpo è rigido. Ci pensi, ma non credi, i tuoi occhi si allungano verso il basso, intravedi una testa.

Bruciano, gli occhi bruciano.

Non pensi più a niente di logico ti alzi veloce con il busto, fa male, molto male, ma non importa. Ti fermi lo guardi, è li, e ti stringe la mano, ti dorme accanto come un angelo custode. Sorridi. Piangi, con l'altra mani ti tappi la bocca per non farti sentire. Non riesci a smettere. Il cuore batte forte, tanto forte. Ti fa male, ti fa male il petto, pensi che forse esploderà.

Stringi la sua mano, per paura che sia un sogno e tutto svanisca.

Ma lo senti, è li.

Il tuo sguardo si rivolge verso il comodino, un pacchetto di sigarette, sorridi, lo prendi, lo apri. Ce ne sono due. Sorridi. Ne prendi una. Non ti piace fumare. La porti alla bocca, prendi l'accendino che stava li dentro. L'accendi. Sai che non si può. Sei in ospedale, con una flebo al braccio. Sorridi e aspiri l'aroma del tabacco. Ti ricorda lui.

La sua testa si alza, la mano è sempre lì che stringe la tua. Pochi attimi, poco ci vuole molto poco per capire. Un attimo, ed è lì che ti abbraccia, ti stringe, ti avvolge. Sorride e anche tu sorridi. Ti fanno ancora più male gli occhi, continui a piangere non sai il perché ma lo fai. Ti distacchi, i tuoi occhi azzurri affogano nei suoi verdi, sicuri, dolci, perfetti. Ti accarezza i capelli, scende su viso, passa sulla tua cicatrice ormai vecchia, dove anche li tu sei rinato, rinato dalle ceneri, morto tra le fiamme, come una fenice.

Sai che è stato lui, solo lui.

Ti ha salvato un'altra volta e un'altra volta ancora. Sorridi. Anche lui.

Con un dito ti prende una lacrima, che il tuo occhio, la tua iride, gli ha ceduto.

E' una goccia. La porta alla bocca e la lecca. Lo guardi, vorresti abbracciarlo e stare sempre tra le sue braccia. Il suo calore ti piace, ti è sempre piaciuto. Ti guarda e ancora ti perdi nei suoi occhi verdi.

"Come ti senti?" Chiede lui continuando ad accarezzarti.

"Bruciato." Rispondi tu, accennando un sorriso.

"Near ha vinto, Kira è morto." Le sue parole ti bruciano ancora di più, ma non ti importa se sei stato battutto da Near, se lui ha preso prima di te Kira, sei qui con lui e tutto ti sembra un sogno. Lo continui a fissare e lo accarezzi anche te.

"Non mi importa." Dici afferrandolo dietro la nuca e spingendolo verso di te per baciarlo dolcemente. Le sue labbra sulle tue, la tua lingua che cerca di entrare e ci riesce, si unisce alla sua, affogate in quel bacio, così atteso, così voluto, cercato. Si stacca, ti guarda e ti strinse a se.

Con una mano ti leva la sigaretta e la porta alla sua bocca. Aspira. Poi la spegne nel posa cenere li vicino.

"Non si fuma in ospedale Mel." Ti dice riportando la sua mano sulla tua schiena nuda. Sorridi.

"Anche tu hai fumato." Sorride anche lui. Come mai i sentimenti sono così forti rispetto alla mente, perché il cuore è così debole ma allo stesso tempo potente e spavaldo, eppure la gente continua a piangere per colpa sua. E tu piangi di gioia, gioia di poterlo rivedere, abbracciare, accarezzare, sentire il suo profumo entrarti dentro, il suo sapore...

Poi le lacrime finisco e la notte continua, la voi rimanete li, e per un'altra volta tu sei li, con lui e pensi solo a quello e il resto può andarsene anche a puttane, l'importante è che lui sia li, vicino a te, per sempre.

Ti distanzi piano ma è sempre li con te, davanti e vai giù portandolo con te. Sai cosa vuole, o meglio speri che sia quello, perché te ne hai estremo bisogno. Lo vuoi sentire davvero li vicino a te, vuoi che ti tenga, che ti guidi come ha sempre fatto.

Ti guarda ha capito, si avvicina di più. Ti bacia, ti morde, ti lecca. La voglia di averlo sale. Il dolore svanisce, la mente sta prendendo il volo, il cielo notturno che fa cornice, e la luna, la luna che fa luce su quella scena d'amore.

Poi ti accarezza il viso, scosta una ciocca che si trova davanti ai tuoi occhi così pieni, così belli. Sorride. Si avvicina e tu tremi. Ma lui ti scavalca il viso, e va sulla fronte e ne lascia un lieve bacio. Si alza dal letto, per avviarsi alla finestra aperta. Rimani li sul letto e fissi il soffitto bianco. Sbuffi ma sai che lo farete, non ora ma in futuro, ne sei certo, allora accenni un sorriso. Alzi il busto nuovamente e dal cassetto prelevi una barretta di cioccolato, sapevi che c'era, la tua droga, che da quando c'è stato lui è scesa al secondo posto di necessità. Ne scarti la carta e la stagnola che l'avvolgono, privandola così dei "vestiti" e adesso affondi i denti staccandone un pezzo.

"Grazie..." La sua voce era strana, triste ma allo stesso tempo dolce. Lo guardi.

"Di cosa?" Domandi, posano quella delizia sul comodino, aspettando si girasse o che rispondesse.

"Di esserti svegliato. Di... essere rinato una seconda volta." Disse con un filo di voce. Si sentiva la sua voce. Il pianto. Piange nascosto nelle sue spalle, portando le mani al volto per coprirsi il viso, infilando le dita nei soffici capelli rossi. Continui a guardarlo, vorresti alzarti, abbracciarlo, stringerlo, coccolarlo, rassicurarlo. Uno scatto e lui è a terra, sorretto dalle gambe piegate, quasi si facesse piccolo e come un bambino cercasse di nascondersi.

Il cuore, il tuo cuore si fermò solo per un secondo e tu in quel secondo trovasti la forza per muovere le gambe, saltare dal letto e camminare velocemente verso di lui, mentre il filo della flebo si allungava per seguirti. Stava li e non sentiva, non sentiva fino a quando tu non lo presi da dietro, avvolgendolo dolcemente e sussurrargli piano.

"Matt, io voglio solo te. Se ti perdessi, se morissi, vorrei farlo solo se tu mi terrai la mano e insieme andremo all'inferno. Così che il nostro peccato arderà ancora vivo, con la stessa passione e ci unisse altre mille volte, mente i santi da la su ci malediranno per nostro amore proibito."







More.




Allora questo è il primo capitolo, mi scuso se ci dovessero essere errori (molto probabile ^^" vista la mia mancanza di voglia nel rileggerle ^^") spero comunque sia che vi piaccia e che mi date consigli perchè sono molto ostinata sul migliorare le mie "doti" *^* XD Detto questo al prossimo capitolo ^^
 
Top
kinai95
view post Posted on 23/3/2010, 21:09




non sapevo che fosse tua!! l'ho letta una vlota nnon mi ricordo dove, e mi è piaciuta un sacco!! è scritta molto bene, aspetto il seguito! ^^
 
Top
†.shinigami lady.
view post Posted on 28/3/2010, 16:52




Grazie >.< Sono contenta che ti piaccia :D Comunque l'ho pubblicata anche su EFP, probabile che l'hai trovata li (sono al capitolo 12 attualemente meglio che lascio il seguito XD)

.Capitolo due: ~Bacio Rubato.





Le sue labbra così aspre, secche, morbidi, buone. La tua pelle liscia, scagliata, bruciata, perfetta.



Dove sei? Mello dove sei stato? Cos'è successo?



Dove sei? Mello dove sei stato? Cos'è successo?



Sguardi complici, gesti ricambiati, sentimenti che partono dalla stessa linea, storie diverse con stessi significati. Siete voi in quella stanza, che pensate l'uno per l'altro, che pensate ai sogni futuri, che ricorda i tempi passati e con gli occhi guardate dritto il presente, troppo bello, troppo triste, troppo atteso.

Ti prende, sei li che lo guardi e sa cosa pensi, sa cosa vuoi, sa come lo vuoi. Lo abbracci, un abbraccio caldo, quasi come lo stessi ringraziando per essere li, ancora una volta, li ancora vicino a lui. I suoi occhi così caldi, così stanchi. Ti posa sul letto e te ti stacchi per qualche attimo da quell'unione che ti avvolgeva, ti rassicurava. Ti copre, fa freddo e si siede accanto a te fissandoti un po'. Ti accarezza, ti sogna, ti desidera, e tu pure, lo vuoi, lo sogni, lo hai sempre sognato...



Dov'è?

Dov'è Morfeo, in questa notte piena di stelle,

ricca di baci, carezze e affetto...

Dov'è Morfeo, in questa notte avvolgente,

triste, stanca, confusa e vogliosa?

Dov'è?



La luce del sole, gli occhi azzurrini, la pelle chiara. Due mani, mani pulite, profumate, ringrinzite. Una siringa. Medicine, infermiere, dottori, luci, attrezzi. Ti svegli cercando di far notare che ci sei anche te e che delle siringhe non tene importa molto. Parlano, ma te non senti, non ascolti. La tua mente vaga per le orbita più fittizie e nulla ha senso li. Senti prenderti un braccio e infilartici un ago. Una piccola smorfia sul tuo volto stordito.

"Che succede?" E solo allora ti accorgi che manca qualcosa, o meglio qualcuno. Quella testa rossa, quegli occhi verdacei, dove sono? Dov'è? Ti giri più volte, allunghi più volte la testa per vedere se fosse nella stanza, rintanato da tutta quella carcassa di gente che ti osservava, criticava e curava. Ma a te di quelle cure non importa niente, ti importa solo di lui, delle sue cure, delle sue critiche, sei suoi sguardi.

Non ti domandi nemmeno perché non c'è, perché non è li. Sai che tornerà, ma non sai quando. Un brivido ti percorre la schiena al solo pensiero che non sai quando quegli occhi ti lasceranno varcare la mente, le barriere dell'amore, quanto? Quanto sono potenti?

L'amore cos'è? Cos'è l'amore? Eppure tutti oggi diciamo di amare, di voler amare e si è amati. Ma cosa vuol dire? Perché si ama? L'amore fa soffrire, fa piangere, disperare, ti strazia, ti rovina, ti rende una piccola zecca che ti rende appiccicoso, fastidioso, ti fa male. Ma l'amore non fa solo male, l'amore fa ridere, fa battere il cuore, ti fa impazzire, ti fa regali che nemmeno un milioni di soldi potrebbero saziarti così tanto, eppure l'amore cos'è? Cosa vuol dire? Perché c'è? Perché si chiama amore? Perché noi siamo così attaccati a questo nome, a questa parola, che giorno dopo giorno si tramanda.



Passano delle ore e tu sei sempre li su quel letto, da solo. Cerchi della cioccolata nel cassetto, vuoto, tutto vuoto. Ti domandi dove cazzo sia. Ma è inutile sclerare, tanto non appare, ma la rabbia cresce. Cerchi di rilassarti, non ci riesci. Senti dei passi, è lui? Non è lui? Chi è? Il tuo sguardo così fisso su quella porta, così impaziente. Il cuore batte forte, la maniglia si piega e la porta si apre. I tuoi occhi cambiano espressione, confusi, arrabbiati, tristi.

"Buongiorno Mello." Quell'essere, che vuole? Perché è qui? Alzi un sopracciglio e sbuffi seccato di quella visita, i tuoi sogni infranti da un corpo piccolo, indifeso, bianco, insignificante batuffolo.

"Che vuoi?" Chiedi acido continuando a fissarlo, si avvicina alla sedia e ti guarda. Espressione impassibile, muto, occhi profondi, neri, sapienti, eppure così antipatici.

"Niente." Sbuffi nuovamente e volti lo sguardo altrove, ancora più furente di prima.

"Se non vuoi nulla puoi anche andartene."

"Bhe...volevo sapere come stavi..." La sua voce così distaccata, ma cosa gliene frega a lui se te muori, cosa gliene frega se vorresti della cioccolata, che vorresti fare l'amore con Matt, che gliene frega che lui proprio lui, ha infranto mille dei suoi sogni, uno di tanti essere entrato al posto di Matt da quella porta.

"Ancora vivo, per tua disgrazia." Dici acido.

"Sono contento che tu sia vivo Mello, perché io senza te non riuscirei davvero a sopravvivere." Il tuo sguardo torna velocemente su di lui, che non appena nota questo giramento della testa, incolla le sue piccole e umide labbra sulle tue. Ti fermi, il cuore si ferma, non respiri. Cosa succede? Cosa stai facendo? Cosa sta facendo? Un bacio così strano, così spudorato, quasi urlato, ma allo stesso tempo imposto come un segreto. Si stacca e te continui a non respirare, sei paralizzato. Quell'essere sulle tue labbra, con le sue labbra. Pensi nuovamente alla scena appena avvenuta e un brivido ti percorre la spina dorsale. Si avvicina alla porta.

"Mello torniamo a Londra." Fine. Quelle ultime sue parole, così distanti, così fitte, non sanno di niente. Eppure sono le ultime che senti. La vista opaca, la forza svanisce e tu ti accasci sulle lenzuola fresche, chiudendo piano piano gli occhi.





Dove sei Mello?



Lacrime, parole al vento, sussurri, vuoto.



Mello, dove sei?Mello dove sei? Perché non ci sei?



Stringi, stringi Matt, più forte che puoi quel cuscino ormai solo, perché lui non c'è.







More.

 
Top
†.shinigami lady.
view post Posted on 1/4/2010, 07:46




Terzo Capitolo: ~Mail Jeevas.


Premetto che ci sono dei pezzi tradotti di alcune canzoni, se interessano sapere titoli, chiedere con una recensione. Ovviamente preferei che voi seguisse anche la fan fik e non soltanto avere delle sfuggenti informazioni su queste canzoni ^^"

Buona Lettura!









-Salve io sono Matt.-

-Solo Matt?-

-Si.-

-Il tuo vero nome?-

-Mail,Mail Jeevas.-

-Quante volte hai cambiato il tuo nome?-

-Tante volte.-

-Perché?-

-Sono un peccatore, un assassino, dovevo scappare.-

-Da chi?-

-Da tutti...-

-Perché?-

-Mi avrebbero ucciso.-

-Qual'è il tuo più grande peccato?-

-Amare.-

-Amare?-

-Si.-

-E chi ami Matt?-

-Lui.-

-Lui chi?-

-Mello.-





Sono qui, impotente e lasciato qui come morto.



Chiudi i tuoi occhi

così passeranno tanti giorni,

è facile scoprire cosa è sbagliato,

è più difficile scoprire cosa è giusto.





Mi chiamo Mail Jeevas, sono un semplice ragazzo come tanti altri, la mia vita è stata una totale schifezza, piena di sangue, urla, gemiti, grida. Non so nemmeno io quante cose sbagliate ho fatto nella mia vita, troppe per contarle, troppe per capirle. Sono nato in un piccolo paese vicino Londra, abbastanza lontana dalla città. Non so chi sia mio padre, ne tanto meno ricordo il volto di mia madre, morta dandomi alla luce. Sono vissuto con mia nonna materna, era una donna molto forte, lavorava l'orto e io l'aiutavo ogni qualvolta che melo chiedeva. All'età di 6 anni morì di infarto il giorno del mio compleanno, il primo febbraio. Allora non sapevo molto bene come andasse il mondo e come era fuori di casa, mia nonna diceva che era pericoloso, era falso, bugiardo, orribile. E aveva ragione, eccome se aveva ragione. Una donne che era venuta al funerale di mia nonna, mi regalò un gioco che aveva suo figlio, ma ormai questo non vi giocava più, lo riteneva stupido, così melo diede per tirarmi su di morale. Era un game-boy il gioco che vi era dentro era molto strano, ma era divertente, difatti ci cominciai a giocare sempre, e quando finivo lo ricominciavo da capo. Dopo qualche mese che vi era stato il lutto e le diverse udienze in tribunale per il mio affidamento, alla fine decisero di sbattermi in un orfanotrofio abbastanza malfamato. A nessuno importava di te, nessuno ti voleva fra i piedi, eri solo un bambino, un bambino inutile. Passai degli anni in quell'orfanotrofio, fino a quando non ebbi i 9 anni. Allora ero rimasto il bambino di prima, giocavo al game-boy, ma da allora avevo comprato molti più giochi ed erano anche molto più divertenti. Un giorno, non so il perché, mi portarono in un altro orfanotrofio, era più vicino Londra ed era leggermente migliore di quello precedente, ma questo si rivelò molto cruciale per la mia infanzia. All'età di 12 anni comprai la mia prima playstation, ci giocavo giorno e sera, non riuscivo a staccarmi mai dallo schermo enorme che mi stava davanti, facendo muovere con un joystick, lo trovavo molto divertente, ma qualche mese più tardi il direttore dell'istituto, venne nella mia stanza e stacco la presa della play, aveva una cicca alle labbra, quel sapore così aspro che mi entrava nelle narici, un odore schifoso, ma allo stesso tempo rilassante, non potevo descriverlo.

-Adesso basta Matt! Basta giocare!-
Stava per prendere e sbattere a terra quello che io definivo il mio più prezioso tesoro, senza esitare, senza pensare, gli saltai addosso tirandogli un pugno in pieno volto, che lo fece barcollare un po', velocemente ripresi la play e la deposi nuovamente sul tavolo, per poi girarmi verso di lui, che furiosamente mi stava per colpire un destro in pieno viso. Scansai il colpo, tirandogliene uno a mia volta, un calcio dritto nello stomaco, facendolo cadere a terra, molto rapidamente saltai sopra di lui, cominciando a racchiudere nelle mie mani il suo collo, facendolo dimenare sotto di me. Non stante i suoi tentativi, non riuscì a liberarsi della mia presa, soffocando in pochi attimi sotto di me. Ecco...ecco il mio primo omicidio. Quando cominciai a far luce su ciò che era avvenuto, cominciai a sudare freddo, mi avrebbero sbattuto in galera, mi avrebbero ucciso...comincia a pensare a ogni probabilità di quello che mi sarebbe successo una volta che mi avrebbero scoperto, e le mie ipotesi in fondo erano molto veritiere, tant'è che velocemente misi in una sacca tutto quello di cui avevo bisogno, compresa la play e il game-boy. Quando uscii dall'istituto senza farmi vedere, cominciai a correre velocemente per le vie sperdute della città, non sapevo dove fossi, non sapevo dove andare...ero perso. Mi fermai verso l'ora di cena affamato, davanti a un cancello dalle grate nere e alti. Probabile fosse una scuola, vista la grandezza della struttura. Mi sedetti a terra e poco dopo iniziò a diluviare. Non so per quanto tempo stetti li fuori, era tanto, probabilmente sarei morto congelato se un uomo verso la sessantina e passa d'anni, non mi avessi trovato e portato dentro quell'edificio che io definivo in principio una scuola. Ero stanco, gracile e molto molto debole. A mala pena riuscivo a tenere gli occhi aperti e connettere ciò che mi veniva detto, anche se mi entrava da un orecchio e usciva dall'altro. Avevo freddo. E avevo la febbre. Per un mese stetti in quella stanza così calda e tutti mi ricoprivano di attenzioni, persino i bambini che vi abitavano in quello strano istituto via via mi venivano a trovare. L'istituto era uno orfanotrofio particolare. Era stato fondando dal signor Wammy's all'inizio del 1979, e non era l'unico nel mondo, vi erano altri istituti con questo nome, tutti suoi. Era una “scuola” particolare, vi stavano i piccoli geni. Anche alcuni bambini che avevano madre e padre vi andavano ma pochi erano normali, e pochi riuscivano a superare il test di ammissione. Stranamente io lo superai e con ottimi voti per giunta, anche se la cosa non mi toccò molto. Quando mi fu detto che avrei cambiato nome per non farmi trovare da quell'uomo che io stesso uccisi, e che solo il signor Watari, l'uomo che mi portò dentro all'istituto salvandomi la vita, sapeva chi fossi e cosa avessi fatto. Da allora mi chiamavo Matt, Matt Jeevas.

Venni portato in una stanza quando fui definitivamente rimesso dalla mia “malattia”, era una stanza accogliente e calda, vi era un letto, una libreria, una scrivania, un divano una tv, e un computer. In una porta della stanza, vicino a un grosso armadio, vi era il bagno, ovviamente privato. Mi trovai molto bene nella mia nuova dimora. Poco dopo che io ero li conobbi un ragazzo, entrato anche lui da poco nell'istituto, si chiamava Mello. I suoi occhi azzurri, la sua pelle chiara, i capelli tagliati a caschetto biondi con una frangia abbastanza femminile, ma molto adatta al suo viso d'angelo, lo rendeva sublime. Sarebbe stato davvero un angelo, se non fosse per quel suo comportamento da duro, testone, isterico ragazzino sempre e solo vestito di nero. Non capivo cosa potesse passargli per la testa e non mi interessava saperlo. So solo che non volevo conoscerlo. Una di quelle mattine mi alzai normalmente dal letto, intento per andare in bagno e farmi una bella doccia calda, come piace a me. I capelli rossicci mi ricadevano sopra i miei occhi di color verdastro. Scorreva sopra il mio corpo e il rumore delle gocce che cadevano nella vasca facevano tanto rumore, tanto da non farmi nemmeno accorgere che c'era qualcun altro nella mia stessa stanza e mi stava osservando con gusto, seduto sul wc, che era proprio davanti alla vasca. Non avendo chiuso le tende rimasi completamente scoperto all'occhio dell'estraneo e quando feci per girarmi dalla porte dove vi era il tipo, il sangue che circolava prima tranquillamente nel mio corpo, si fermò in un istante, facendomi rabbrividire al solo pensiero che questo mi stava osservando con gusto, mente portava alla bocca in modo al quanto arrapante, una barretta di cioccolato. Il mio primo istinto fu di coprire le parti intime, per poi girarmi e chiudere velocemente l'acqua. Mi girai nuovamente fissando il ragazzo in modo furente, cosa diavolo voleva quello, eppure non ci siamo mai parlati se non qualche volta, e quelle poche volte mi ero ben ribadito di non farci amicizia. Presi l'asciugamano che era appoggiato al lavandino,poco distante da me, melo legai in vita velocemente. Tornando a fissare quegli occhi di ghiaccio che stavano studiando il mio corpo in ogni singolo dettaglio, almeno così dava a vedere il ragazzo.

-Cosa ci fai in camera mia?- Domandai furente. Allora non potevo sapere che i miei gusti sessuali erano più legati al sesso maschile che quello femminile, difatti il primo approccio con lui fu davvero irritante, almeno all'inizio.

-Gita turistica.-Disse lui addentando nuovamente quella cioccolata.

-Mi fa piacere che ti piaccia esplorare il mondo, ma questa è camera mia e quindi levati dai piedi!-Dissi uscendo dalla doccia avvicinandomi al ragazzo che continuava a fissarmi. Quando fui abbastanza vicino a lui, notai che i suoi occhi si posarono sui miei, il sangue si fermò nuovamente trasmettendo al mio corpo una sensazione strana.

-Perché ti scaldi tanto...- disse lui mettendosi più comodo sulla tavoletta chiusa.-Infondo non sto rubando niente e non ti stavo disturbando mentre ti stavi lavando.-Continuò chiudendo gli occhi tranquillamente come se entrare in camera altrui senza permesso fosse una cosa da tutti i giorni, e spiare un altra persona mentre si sta lavando è la cosa più normale del mondo.
Senti un po' ragazzino-Dissi afferrandogli il colletto della maglia e alzandolo verso di me. Com'erano vicini i nostri volti, com'erano vicine le nostre labbra...-Io non voglio rompi palle in camera mia, e non voglio che nessuno mi guardi fare la doccia sono stato chiaro?- Finii la frase continuandolo a fissare estremamente irritato. Questo invece di opporre resistenza, di andarsene, di rimanerci male, avvicinò tranquillamente le sue labbra alle mie, in un modo così naturale che mi fece lasciare la presa da quella maglia così calda e profumata che aveva addosso. Era una sensazione bellissima, lui era una sensazione bellissima, peccato che io rovinai tirandogli un pugno in pieno volto non appena questo si staccò. -Che cazzo fai!- Gridai allontanandomi da lui di qualche passo. Questo si alzò e a testa bassa uscì dalla stanza, sbattendo furiosamente la porta. Da allora io e lui ci odiavamo profondamente, un odio che nemmeno io mi sapevo spiegare...





Ricordi quelle pareti che ho costruito?

Beh amore stanno cadendo giú.

E non hanno nemmeno incominciato una lotta.

Non hanno nemmeno fatto rumore.

Ho trovato un modo come portarti dentro.

Mo non ho mai veramente avuto dei dubbi.

Stando nella luce del tua aura.

Adesso ho il mio angelo.





-E così si chiama Mello il tuo peccato?-

-Si.-

-E dov'è lui ora?-

-Mi sta aspettando.-

-E che ci fai qui allora?-

-Avevo bisogno di parlare, riflettere.-

-Capisco, d'altronde, sappiamo entrambi che è grazie a me il motivo perché tu sei ancora vivo.-

-Si lo so.-









More.








Che ne pensate di questo capitolo? >.>
 
Top
†.shinigami lady.
view post Posted on 3/4/2010, 05:53




Quarto Capitolo: ~Solo Sesso.




Buio.

Dove sono?

Lentamente apri gli occhi. Una luce soffusa illumina la stanza. Davanti a te solo una persona, occhi neri come la pece, senti stringere. Corde.

-Buon risveglio Mello.- La sua voce, la odi, l'hai sempre odiata, dove sei? Dov'è Matt?



Cosa fai adesso ti arrendi Mello, cerchi l'aiuto di Matt, perché un moccioso di quindici anni ti sta seduto sulle gambe e ti ha legato, rapito e ora ti dice anche buon risveglio? Dov'è finito il tuo orgoglio Mello, nel cesso come tutte le altre volte? Come la tua stessa vita? Cosa fai Mello? Sono corde puoi romperle, perché non lo fai?

Stai zitto!!!




Ti guarda, sei nervoso si vede, cos'è che ti assilla? Lui ti sta distruggendo mentalmente e non puoi impedirglielo, perché lui è dentro di te, lui si nutre di te.

-Dove diavolo sono?!- Domandi irritato più che mai, i tuoi lineamenti seri, la tua cicatrice che ti rende più cattivo, più adulto, più uomo. Eppure continui a sentire quella vocina dentro di te, è li, dentro la tua testa e tu non riesci a tirarla fuori...



Hei Mello! Che fai, non riesci a muoverti? Cos'è, hai paura Mello? Lo perderai un'altra volta... e se fosse per sempre?

STAI ZITTO!




-In casa mia, a Londra.- I tuoi occhi si fanno larghi. Accenna un sorriso quasi di gusto. Near non è così, eppure lui si mostra a te come un ragazzo perverso, cattivo, astuto e beffardo. Si, si sta beffando di te. Sei preoccupato, quasi vorresti urlare, spaccare tutto quello che ti capita sotto mano. Stringi i pugni e spingi verso l'alto coi polsi, inutile, sei legato troppo bene e la corda è spessa, stretta, tagliente. Arrossiscono i polsi, ma non provi dolore, troppo poco rispetto all'odio che provi adesso. Lo guardi come uno che sta per uccidere, che ama uccidere. Lo guardi e lui sorride, sorride di te, di quanto sei sciocco, di quanto sei debole, sorride.



Sei a Londra e lui in Giappone. Lui non verrà, troppo lontano, sei in casa del nemico. Cosa pensi di fare Mello? Hahaha...Chi ti salverà stavolta?



Quella voce così fastidiosa, ma ha ragione, lui non sa dove sei. Ma tu sei li, a casa di un odioso ragazzino, sei li e non puoi fuggire.

Si avvicina al tuo volto, lo prende con una mano, sfiorandoti le labbra con uno delle sue piccole dita, così morbide, così bianche. Fai per morderlo, ma lui si scansa prima che tu lo possa fare. Quasi ringhi contro di lui, mentre questo si diverte a tartassarti a ucciderti piano piano.

-Slegami! Devo tornare in Giappone!- Sbraiti contro il ragazzo, mentre questo accenna un sorriso malizioso, nascondendo i suoi occhi neri sotto i candidi capelli. Il tuo sguardo più incazzato che mai, più irritato che mai. Sei in gabbia, sei legato al guinzaglio e non puoi fuggire. Si avvicina nuovamente, cominciando a leccarti la guancia ustionata. Ti irrigidisci, quasi non riesci a respirare, muoverti. Cosa succede? Perché succede? Domande, solo domande riesci a porti. Mentre silenziosamente quella vocina torna un ultima volta, sogghignando.



GAME OVER! Mello...



Non capisci, non vuoi capire, hai perso ancora, perché?

Non fai niente a quelle carezze, quei dolci baci che il ragazzino rilascia sulle tue labbra, sul tuo viso, sul tuo corpo. Chiudi gli occhi cercando di non pensare, cercando di capire cosa poter fare, non vuoi finire nella merda ancora, non vuoi lasciare Matt ora che lo avevi ritrovato, ora che eravate salvi. Già come hai fatto a sopravvivere, come hai fatto a non morire in quell'inferno? E le domande aumentano, si accumulano. Mentre niente, nulla, riesce a darti una risposta chiara, una risposta precisa, niente di tutto quello che sai.



Tremando, strisciando sulla mia pelle,

sentendo i tuoi freddi occhi morti

che rubano la mia vita.




***




-Mello! Hei Mello!-

-Che vuoi?!-

-Stai piangendo?-

-Non sono affari tuoi!-

-Aspetta!-

-Vattene via!-

-Ma...ma io...-

-Sei solo un bugiardo! Bugiardo!BUGIARDO!-

-Non è vero! MELLO IO TI VOGLIO BENE!-

-....-

-....-

-Anch'io te ne voglio, Matt.-



Cade la neve sopra la terra,

nasconde i pensieri della gente,

i segreti gridati al vento.

Nasconde la vergogna,

e mentre stringi la mia mano,

il mio cuore diventa tuo.



Siamo bambini Matt, lo siamo sempre stati e continueremo ad esserlo, perché siamo noi e se cambiamo anche il nostro amore si muta, i sentimenti cambiano e le stagioni passano. E noi siamo qui a vivere in questo mondo, pieno di merda. L'unica cosa che ho sei tu, l'unico che riesce a capire chi sono, ad accettarmi per come sono, poi mi perdo nei tuoi occhi, quel verde, quel verde così intenso, profondo che dice tutto e allo stesso tempo nulla. Sono stregati i tuoi occhi, come un incantesimo che cela un tesoro, questo cela la tua anima. Non so perché ci siamo incontrati, non so perché ci siamo innamorati, so solo che adesso che ti ho trovato, non voglio perderti.


***







Ti guarda, ti sfiora, ti accarezza, ti bacia. Cosa vuole da te? Apri nuovamente gli occhi e vedi che scende, ti guarda, e tu deglutisci, sai cosa vuole fare, ma non vuoi, non pensi di volerlo, però lo fa. Apre lentamente quella cerniera che racchiude la tua virilità, i pantaloni neri in pelle la risaltano maggiormente e lo sai che questo fa impazzire Matt, ogni volta che fate l'amore tu hai quei pantaloni. E tutto sta per essere macchiato, rovinato da quel moccioso. No! Non vuoi. Ti dimeni cercando di liberarti, ma la sedia è attaccata al pavimento, le tue caviglie legate ai gambi. Ti senti perso, ti senti debole, fragile, vulnerabile. Deglutisci nuovamente poi cerchi di sfilare le mani da sotto le corde, ma non riesci, troppo strette...

-Near...Non toccarmi! Lasciami! Non toccarmi! CAZZO NON TOCCARMI!- E mentre tu urli, ti dimeni, implori, piangi. Lui sta accarezzando con la lingua la stoffa delle tue mutande. Non puoi trattenere quell'impulso che si scatena, non puoi fermare l'eccitazione, i pensieri ti offuscano, le lacrime ti annebbiano la vista, cerchi di ragionare, ma sta andando tutto a puttane, e il tuo istinto, la tua voglia, risale, rinasce, vince. Ti perdi in un turbine di sensazioni e lentamente ti abbandoni ad esse. Ti vede, lo sa cosa provi, sa che ormai sei caduto, hai perso Mello, hai perso ancora. Ti slega le caviglie per poterti sfilare meglio i pantaloni, calando la biancheria. Rimani scoperto, ora sei debole, e lui accarezza quella debolezza, che emerge, che cresce. Le tue mani voglio liberarsi, la tua bocca sussurra gemiti, il tuo corpo trema. -Basta...ti prego...basta...-Supplichi, cercando di trattenere tutto quel piacere che invece provi. Le lacrime finiscono e tu chiudi gli occhi e la tua mente non connette più. La sua bocca, ti racchiude, ti avvolge, ti stringe, lo senti, è calda, è piacevole. Poi si stacca, ti slega e tu a quel punto ti alzi. Lo prendi per i capelli e lo spingi in basso, violentemente, lo spingi contro il tuo membro. Continua a farti godere, a farti eccitare. Lo alzi, lo spingi al muro. I pantaloni si calano, e anche la sua biancheria. Non ti fai complimenti, non teli vuoi fare con lui. Lo penetri con foga, mentre questo urla, piange, e tu spingi. Non senti, non senti nulla. Senti solo un istinto, una voglia. E cominci a ansimare, sudare. E lui comincia a urlare di piacere. Non hai mai sentito Near godere, non lo stai sentendo, però sai che lo fa. La tua mano che afferra il suo membro. Questo è solo sesso, non è come con Matt, con Matt è tutto diverso, c'è amore.

Cominci a sentire la stanchezza, ma agli ultimi colpi, cominci a sussurrare qualcosa, per poi gridarlo.

-Matt...MATT...Ti...amo..- Poi vieni dentro di lui, e lui nella tua mano. Ti stacchi e cammini all'indietro per qualche passo, dove trovi la sedia. Ti ci butti di peso, esausto, sfinito, mentre lui si accascia al muro. Per terra c'è sangue, tutto è sporco. Respiri veloci, respiri pesanti. Apri gli occhi e vedi cosa è successo, quello che hai fatto...



E' come un brutto sogno

che sta diventando così reale,

lasciandomi senza nient'altro da fare.

Ora sono così senza speranze.








More.

 
Top
• m a r •
view post Posted on 26/5/2010, 22:38




Sor... sorprendente.
*traumatizzata*
Ge... geniale. Fantastico.
*dopo aver superato il trauma, riesce finalmente a pronunciare più di una parola alla volta:
E' una delle fic più stravolgenti che abbia mai letto! *sconvolta*
Questa ragazza potrebbe scrivere best-sellers...
Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?!
Okay, ora non voglio metterti sotto pressione, ma... sei davvero brava, complimenti. AaadoooroooH questa fic. AaadoooroooH teeH!!
Continua presto!! <3
 
Top
†.shinigami lady.
view post Posted on 27/5/2010, 15:14




*___* G-Grazie... >//< Ma non è che posso scrivere Best-sellers XD non esageriamo °w°
comunque sono al capitolo 15 di questa fan fik ._. ora posto altri due capitoli, visto che è da un pò che non aggiorno XP

Quinto Capitolo: ~Motel.



Bè, non sono un moccioso di buona famiglia da bassa classe media

con lo zainetto, e non me ne frega un cacchio di niente.

tu in piedi all’angolo

parlando di quel kufuffin.

ma non ha senso

tutta l’aria che sbuffi.

poi se l’uovo non si macchia

rimetterai giu’ la cornetta,

sei nella lista dei piu’ ricercati

sulla rubrica del telefono.

mi piacciono le canzoni senza distorsioni,

bere regolato.

il dottore ha detto che mia madre

avrebbe dovuto abortire.



non voglio sprecare il tempo

diventare un’altra vittima della società.

non mi mettero’ mai in riga

diventando un’altra vittima del tuo conformismo

e arrendermi.





I passi, il telefono che suona inesorabilmente. Cosa fai Mello? Non hai detto tu di non voler cadere ai suoi piedi? E allora ti alzi e rispondi a quel telefono. Sai chi è. L'altro cerca piano di rialzarsi da terra, sporco, denudato, umiliato.



-Pronto..?- Trema la tua voce, è stanca, barcolli un po', la mano ferma sul tavolo per sorreggere il corpo distrutto.

-Dove cazzo sei?!- La sua voce, fredda, calma ma allo stesso tempo nervosa.

-A Londra...- Dici con un mezzo sorriso sulle labbra, cosa c'è da ridere?

-Near è li con te?- Come fa a saperlo, il tuo volto cambia espressione, stai male, non vuoi che lo sappia, come lo sa? Ti agiti quasi ti incazzi, non capisci nulla diventi isterico.

-Che cazzo tene frega?! Io sono a Londra ho detto! Te dove sei più tosto?- Ecco come scappi alla domanda, come cerchi di fare la vittima.

-In areo-porto, sapevo che eri da Near. Sono li tra una ventina di minuti vedi di fare poco la puttana.- La sua voce sempre fredda, triste quasi, come lo sa, come lo ha saputo. I tuoi occhi bruciano, non è giusto, non doveva saperlo.

-Io non sono una puttana stronzo!- Gridi isterico, afflitto, sconfitto, umiliato. Il telefono fa quel odioso rumore, ti ha attaccato, la cosa non la sopporti, non la concepisci. Poi lo guardi, quel ragazzino, quello che ti sei fatto qualche minuto fa. Ti fissa con occhi tremolanti, ti avvicini.

-Non osare riavvicinarti a me, altrimenti la prossima volta al posto del cazzo ti ci ficco la pistola in culo!- Poi ti alzi dal suo viso, che è ancora sconvolto, quanto esausto. Ti avvicini verso la sedia, prendi la giacca in pelle e la indossi. La pelliccia che nasconde il tuo volto, il cappuccio i tuoi capelli angelici. Apri la porta ed esci. Nessuno ti ferma, nessuno pensa di farlo, il tuo sguardo omicida. Sei fuori. E adesso? Adesso ti guardi intorno, le macchine che sfrecciano, i vicoli bui, che brutta città. Prendi una barretta di cioccolata dalla tasca del giacchetto e la scarti. Ti accasci al muro dell'enorme edificio e cominci ad assaporare quel aroma di cacao, così intenso così buono. Non sai quanto passa, forse sei alla seconda barretta, e Matt si sta avvicinando con la sua macchina rossa al marciapiede. Tira giù il finestrino, lo vedi non ti muovi. Il fumo che esce dall'auto. Sbuffi quasi stanco, ti avvicini.

-Sai, ora sembri ancora più puttana di prima.- La sua voce così fredda, distante. La odi! Ma lo sai, ha ragione, ha fottutamente ragione. Fai una smorfia, poi chiudi lo sportello, e la macchina sfreccia via, dietro gli angoli della città. Lo ignori, lui pure. Quel silenzio così straziante, cazzo siete insieme e non dite nulla, eppure volevi questo e anche lui lo voleva. Perché, perché tutto deve succedere così maledettamente male, perché la tua vita deve fare così schifo. Continui a sgranocchiare gli ultimi cubetti della cioccolata. L'ultima della giornata, visto che non ne hai altra. Poi lui rompe il silenzio e te ti senti più leggero di prima.

-Per stanotte dormiamo in Hotel, domani cerchiamo un appartamento a poco prezzo.- Dice avvicinandosi a un Motel, abbastanza squallido e malfamato. Le puttane sul ciglio della strada che si avvicinano, per chiederti di divertirti con loro questa notte, tu che le ignori, non le biasimi, le disprezzi. Il loro alito così nauseante, quelle caviglie così sfatte dai tacchi. E le gambe tutte flaccide. Le guardi ancora più disgustato, poi fissi Matt che entra nel grande edificio per poi uscire e andare a parcheggiare la macchina, nel parcheggio li vicino. Scendete e camminate silenziosamente, fino all'interno della struttura, squallida anch'essa. Poi salite le scale, la stanza numero 7. La porta in legno, del tutto sciupato. Senti delle urla di una donna, poi un uomo. Dio che schifo, che schifo il mondo Mello. Entrate, il letto sporco, le sedie in legno sciupate. Che schifo di posto per dormire pensi.

-Bella topaia Matt.- Ti guarda incazzato, totalmente incazzato.

-Meli davi tu i soldi? Domani dobbiamo comprare l'appartamento, cosa pensi che non voglia risparmiare, per comprarmi una casa migliore.- Porta ancora quel fottuto cilindro alla bocca, l'accende. Spegni la luce, lui è alla finestra, seduto a fumare quell'aroma di tabacco, così schifoso al tuo olfatto, così perfetto per il suo. Lo fissi seduto su una delle sedie in legno li vicine. Che figura affascinante... Perfetta, quelle mani che ti regalano immensi piaceri, che ti accolgono, quelle braccia che ti sorreggono sempre, che ti scaldano. Poi i capelli, rossi, perfetti, lisci, soffici, cosa si può chiedere di meglio? Niente e tu lo sai, continui a fissarlo, senti che la tua vita è così legata alla sua, che senza moriresti, anzi saresti già morto. Si gira, i vostri occhi, quel verde così intenso, sai che hai fatto tutte le cazzate del mondo, sai che lo sa. Ma ti perdona, ti ha sempre perdonato. Si avvicina, ti accarezza i capelli dorati. Chiudi gli occhi e ti abbandoni a quelle carezze, quell'affetto che ti circonda ogni giorno. Sai che vorresti che non finisse mai, vorresti che tutto si fermasse, che la sabbia della clessidra si bloccasse e tutto si fermerebbe, voi solo voi, cosa potresti chiedere di meglio Mello?



Ho perso la mia strada

e non ci ho messo troppo prima di accorgermene,

non posso piangere

perché so che la debolezza era nei tuoi occhi.

Mi sforzo in un sorriso, in una risata

ogni giorno della mia vita.

Il mio cuore non è possibile romperlo

perché non ho mai iniziato a usarlo.





Il suo viso così vicino al tuo, la sua bocca che sfiora vogliosamente la tua, gli occhi si chiudono, la mente si abbandona a quella dolcezza, a quella voglia così reciproca, così insaziabile. Le mani che cercano il corpo dell'altro, lo scorrono, lo delineano tutto, quasi lo stessero creando. Senti i suoi fianchi così magri, deboli, ma allo stesso tempo resistenti, forti. Si siede sopra le tue gambe, le sue labbra che si spingono alle tue, le lingue che si uniscono, ti sembra tutto così meraviglioso, non vorresti smettere. Le tue dita, che si infiltrano nei suoi capelli, così lisci, così perfetti, lo spingi verso di te, lo vuoi. Le sue mani che percorrono il tuo corpo, lo senti così vicino. Poi si alza, ti trascina verso di se, ti gira, ti spinge. Sei al muro, sei li e non aspetti altro che essere suo. Ti lecca, ti bacia, ti morde e tu vai in trans. Si infiltra in quella maglia così stretta per il tuo corpo, tela sfila, quasi non tene accorgi... Cerchi di sfilargliela anche te, ma ti precede, ti aiuta. Ora i vostri petti si sfiorano, state qualche minuto abbracciati senza dire niente. Il tuo collo che va in fibrillazione, senti la sua lingua i suoi denti, il suo calore, attaccarsi a te, quasi ti stesse mangiando. Scorri la sua schiena, liscia, dei nei in rilievo, ma non ha importanza, è bellissimo, tutto di lui è bellissimo. L'abbraccio si sciogli, si avvicina alle tue labbra le lecca, impazzisci, è così arrapante quando lo fa. Poi scende, senti il suo liquido caldo percorrerti tutto il corpo, la lingua soffermarsi sui capezzoli, tartassarli, mordicchiarli, stai impazzendo, sei completamente impazzito. Scende, con i denti ti slaccia quei pantaloni, troppo stretti secondo lui, troppo arrapanti, sa che ti piace quando teli slaccia così. Con le mani li cala del tutto, e tu ti levi le scarpe, e lasci cadere a terra i pantaloni. Le tue mani cercano i suoi capelli, li accarezzi li stringi, mentre lui lecca quella stoffa, così umidiccia, e ti sente, sente il tuo membro pulsare, aumentare a ogni contatto con la sua lingua. E' duro. Con i denti afferra l'elastico e lo fa scorrere, per poi buttarlo giù con una mano. Anche quello è andato. Sei completamente nudo, e lui è ancora con i pantaloni e gli stivali, ti secca la cosa. Ma quando la sua bocca entra in contatto con la tua intimità la tua testa è come esplosa, nemmeno una cellula riesce a farti connettere. Senti quella lingua percorrerti, la sua bocca prenderti, quei movimenti così lenti e eccitanti, le tue mani che stringono di più quelle ciocche rosse. Bastano pochi attimi e te vieni nella sua bocca, si stacca, leccando il liquido che gli cola sul collo, si pulisce. Poi riporta gli occhi su di te, Dio pensi di morire, si questo è l'inferno. Mentre riprendi fiato, si sfila gli stivali. Lo guardi mentre scendi lentamente, poi si leva i jeans, Dio lo vuoi, e ti ecciti. Senti quelle pulsazioni in mezzo alle gambe, cristo è possibile? Con una mano ti prende e ti rialza, ti trascina verso di lui, che si siede sulla sedia, ti metti in ginocchio, gli sfili lentamente le mutande, cominci a percorrere con la lingua la sua virilità, senti i gemiti uscire, Dio anche quelli ti fanno arrapare, eppure continui, ma prima che lui stia per venire ti ferma. Ti alza, e ti fa sedere sopra di lui, e piano piano entra dentro di te. Stai impazzendo. Ti sorreggi in punta di piedi, facendo movimenti continui su e giù, ti stringe la vita intimandoti di andare più veloce. Senti i suoi gemiti, tu ormai sei abituato a quel contatto e non ti fa nemmeno poi così male, cominci ad ansimare forte anche te, quasi urli. Sei quasi al limite. Si alza e vi staccate, lo guardi un po' interrogativo, con quella voglia non saziata tra le gambe, ma non hai tempo per fare domande. Ti spinge al muro e ti penetrata violentemente. Il tuo corpo si inclina, con le unghie ti attacchi al muro, le spinte così veloci e forti, lo senti dentro di te, si muove così meravigliosamente, che smettere sarebbe la morte. La sua mano si attacca al tuo membro, ti sta masturbando veloce, mente il suo bacino si attacca a te così violentemente che credi di essere già morto, le tu urla, i suoi gemiti pesanti. Ti piace. Sei al vortice. Vieni nella sua mano esausto e lui poco dopo dentro di te. Si stacca. Con i gomiti ti sorreggi al muro e lui si accascia su di te. Ti bacia a fiori di labbra il collo sudato. I respiri pesanti, i corpi caldi. Ti giri piano verso di lui, le tue labbra si attaccano alle sue, che dolce sensazione.



Quando vedo il tuo sorriso,

le lacrime corrono giù per il mio viso e non posso cancellarle.

E adesso che sono più forte ho capito,

come questo mondo diventa freddo e irrompe attraverso la mia anima.

E so che troverò, nel profondo di me stesso, che posso essere l'unico uomo per te.



Usami a tuo piacimento.

Tira le mie catene solo per un brivido di piacere.

E so che starò bene.

Anche se i miei cieli stanno diventando grigi.

Non ti farò mai cadere.

Mi alzerò con te per sempre.

Sarò lì per te qualsiasi cosa accada.

Anche se salvarti mi manderà in cielo.







More.





.Sesto capitolo:~Confessione.




“Sorridimi amore...Sorridimi, perché il tuo sorriso mi piace, mi fa impazzire...Dio dove sei stato fin'ora? Perché mi sembra la prima volta di averti tra le mie braccia? Eppure sei sempre stato con me... in ogni angolo della tua pelle sento il mio, il tuo, il nostro sapore, eppure sei tu, sono io...siamo noi. Amami amore...Io ho bisogno di averti! Ti voglio, ti ho sempre voluto, ti prego dimmi che tutto questo è un bellissimo sogno, così dormirò per sempre e tutto questo non finirà mai...Ti prego amore fatti abbracciare, mi senti? Lo senti? È il mio cuore cazzo, il mio cuore! E sta battendo per te... e non voglio che smetta di battere, perché questo battito mi piace, mi fa ricordare che qualcuno è riuscito ad uccidermi lasciandomi vivo, perché grazie a questo so che ci sei anche tu...Ehi amore, non ricordo più come siamo arrivati a questo... tu telo ricordi? Sei la cosa più bella che ho visto, ti prego resta il mio angelo, il mio angelo cattivo, perché la purezza non fa per me...I tuoi occhi così azzurri, sono forse il cielo, o è solo il riflesso che lo sta guardando, perché tu ed io siamo all'inferno, è da un po' che dobbiamo esserci eppure siamo ancora qui... Sai Mel, io in realtà...sarei morto.”



I tuoi occhi stanchi si aprono piano a quel colore così acceso che proviene da fuori, senti la luce invadere le tue azzurre iridi, e mugugni perché bruciano troppo... Ti giri dall'altra parte e senti odore di fumo. La sigaretta accesa, la piccola nuvola che ne esce, e quelle dita così lunghe e affusolate che la reggono, sorridi. Porti un braccio attorno alla sua vita, senti il suo calore, è ancora nudo e anche tu... Ti guarda, sorride anche lui, aspirando la sigaretta. La sua mano che si intreccia coi tuoi capelli spettinati, il suo tocco ti piace, ti è sempre piaciuto, state li per quanto? É passata un eternità?

Si stacca lentamente da te, che cerchi di tenerlo ancora a letto, ma non hai abbastanza forza e voglia, per fermarlo, così si alza, nudo, in tutto la sua bellezza, e si gira, ti fissa e pure tu lo fissi, cazzo se ti piace. Ti alzi e lui non si muove, ti avvicini, è ancora li. Porti la tua mano sul suo viso e piano avvicini le tue labbra alle sue.

-Per favore...fammi tuo.- Sussurri, carezze, baci. Senti la sua lingua intrecciarsi con la tua, la sua bocca così morbida ti sembra un sogno, la sua pelle è delicata, liscia, perfetta, è forse questo il paradiso Mello?

Le sue mani piano piano si avvicino al tuo bacino, così sottile, sei magro, da quanto non fai un pasto come si deve? Eppure il dottore telo aveva detto di mangiare, ma tu preferivi la tua amata cioccolata, e se quella finiva, rimaneva il suo corpo, ti avrebbe saziato più di ogni altra cosa al mondo, persino più della cioccolata. Ti avvicina a lui, aderendo bene i corpi, le tue mani nei suoi capelli rossi, lisci, intrecci le dita, vuoi avere di più...di più Mello, ancora di più. Ci vuole poco per ritrovarti attaccato alla parete, le sue mani alla parete, le tue che stringono i capelli, quasi li volessi strappare, spingendo il suo viso ancora più verso il tuo. Poi si stacca, prende fiato, ti sorride, quel sorriso cazzo, quel dannato sorriso ti fa sciogliere, così dolce, così sexy, quasi fosse una provocazione. Struscia il suo naso contro il tuo, facendo combaciare le due fronti calde.

-Ehi Mel...forse dovremo vestirci tu che dici?- Il suo sussurro sulla tua bocca, non credi di aver afferrato bene le parole, anzi forse non le hai nemmeno ascoltate, sentite. Ti avvicini nuovamente alle sue labbra, affogando nella vostra saliva, calda, facendo scendere una mano sui suoi addominali, poco scolpiti, visto che anche lui non mangiava molto, il suo fisico era asciutto e magrolino, ma allo stesso tempo forte. Con le dita affiori un suo capezzolo, facendolo andare in estasi, lo stuzzichi qualche secondo, mentre lui cerca di prendere aria, da quei baci così appassionati che gli stai dando. -Asp...aspetta... Mello dobbiamo andare, altrimenti scade l'orario e...- Non lo fai finire, non ti importa dell'orario, insomma siete vivi per miracolo e tutto quello che vuoi è stare con lui il più tempo possibile, infondo questa topaia quanto poteva venire a costare? Affondi la tua lingua nella sua bocca, così per azzittirlo, scendendo con la mano, fino ad arrivare alla sua mascolinità, stuzzicandola con le dita, sai che gli piace, fai altrettanto con i suoi genitali, proprio li sotto, senti le pulsazioni del suo membro aumentare sempre di più e le sue mani, che prima erano alla parete, si sono spostate verso le tue spalle, prendendoti quasi di peso e spingendosi delicatamente sul letto, sei disteso per obliquo, e lui è sopra di te, che ti sta leccando il collo, mentre la tua mano sta facendo godere la sua erezione, sfiorandola di tanto in tanto con la tua. Vi sistemate meglio sul letto, quella posizione sta diventando scomoda ormai, si porta a cavalcioni su di te, stuzzicando con la lingua e coi denti i tuoi capezzoli, la tua mano risale dal basso ventre e torna nuovamente sui suoi capelli, cercando di afferrarli delicatamente. Rilasci dei gemiti, senti la sua lingua circolare sul tuo capezzolo, poco dopo alza la testa guardando i tuoi occhi azzurri che lo fissano, sorridi. Si alza piano su di te, poggiando le mani sul letto, ai lati del tuo corpo, sorreggendosi, anche con le ginocchia, puntate a letto. -Mello...grazie.- Dice piano, quasi come se non volesse farsi sentire, ma tu lo senti e non capisci perché ti debba ringraziare, in fondo anche questa volta è lui che ti ha salvato, è lui che ti ha ridato la vita, attraverso le ceneri come una fenice.

-Perché mi ringrazi?- domandi sorridendo. Lui invece è serio e sembra molto rattristito, i suoi occhi sono lucidi, piange?

-Mello...non ti sei chiesto come faccio ad essere ancora vivo?- Il silenzio prevale nella stanza, come se il tempo si fosse fermato. I tuoi occhi persi nei suoi cercando di capire, cercando di trovare una risposta, perché aveva tirato in ballo proprio ora l'argomento? Cosa centra? Dove voleva arrivare, pensavi solo a domande su domande, poi vedi una lacrime scorrere giù dal suo viso, percorrendo la soffice guancia rosea. I tuoi occhi si dilatano, il tuo cuore si spezza, le domande aumentano dentro di te, e il silenzio viene spezzato dai suoi mugoli. -Mel... io... io...sono morto... tu sei morto.... siamo morti...Mel...- Si siede sopra le tue gambe, portandosi le mani al volto, cercando di nascondere invano le lacrime che uscivano interrottamente dai suoi occhi. Cosa voleva dire quella frase? Che cosa volevano dire quelle parole così confuse, così spezzate. Non era morto, lui si sentiva vivissimo, e sentiva vivo pure Matt, altrimenti perché erano qui, se fossero morti, nessuno li avrebbe visti, e loro non potevano sentire così bene il sapore della pelle dell'altro, il calore, l'odore. Ti senti più scombussolato di prima, non capisci cosa voglia dire, ti alzi, portandoti a sedere sul materasso un po' sfondato, con lui ancora sulle tue gambe a rimpiangersi.

-Ehi... Va tutto bene Matt..- Dici accarezzandogli leggermente i capelli, prendendogli delicatamente la testa e portarlo verso di te.

-No Mello! Non va affatto bene!- Dice dando uno schiaffo alla tua mano, che si era protesa verso di lui. Rimani interdetto da quel gesto, poi lo vedi, il suo volto in lacrime, la sua pelle chiara era diventata rossastra, e i suoi occhi erano diventati gonfi. -Io... sono stato uno stupido! Ti ho rovinato la vita Mello... e tu... tu non lo sai...- La sua voce così triste, così debole, senti i singhiozzi uscire dalla sua bocca. Allora erano davvero morti? Non aveva mai visto Matt piangere in quel modo. Era raro che Matt piangesse, era più plausibile quando lo aveva fatto in ospedale, d'altronde Mello era in fin di vita e era normale che si preoccupasse almeno un po'... però...loro da come diceva l'amico erano morti... in che modo erano morti?

-Matt, ma che cazzo stai blaterando! Tu non hai rovinato la vita a nessuno!- Sembri incazzato, più che con lui con te stesso, ti sentivi in colpa, ma non sapevi nemmeno te per cosa, non potevi vedere Matt in quello stato, non era lui. -Sei la cosa più bella che mi sia capitata nella mia vita, l'unica cosa per cui ne è valsa la pena vivere! Mi dici che cavolo ti salta in mente, così di punto in bianco?!- Le tue mani si stringono alle sue spalle, cercando di scuoterlo, di farlo ragionare. Ma questo come un riccio si richiude in se stesso, portando nuovamente le mani sul volto, singhiozzando silenziosamente. Non sai più cosa fare... ti arrendi e piano lasci scivolare le tue mani sulle braccia di lui.

-Perdonami...Mel...-



“Si Mel perdonami, perché sono stato debole, sono stato un vigliacco, uno stupido. Ho ceduto le nostre anime in cambio della nostra vita... Ho regalato al diavolo la nostra eternità, lasciando che ci lasciasse vivere. E ora sto frignando come un poppante davanti a te, sono ridicolo Mello, sono davvero ridicolo. Ho tanta paura Mel...tanta paura di perderti...per sempre.”



Ultimamente non sono più me stesso

forse ho bisogno d'aiuto

è solo la mia confusione

credi nella mia delusione



non rimpiangere di avermi conosciuto

và avanti con questi passi per avermi

lì dove abbiamo cominciato

prima che io crollassi



se potessi oscurarmi

diventerebbe tutto così chiaro

stando faccia a faccia con ogni cosa che temo

guardo così da vicino

eppure ancora non vedo

così male come sembra

rubo un pezzo di mente

nella vita di tutti i giorni

le conseguenze sono reali

sono oltre il limite della realtà...





More.



 
Top
• m a r •
view post Posted on 27/5/2010, 19:01




Wow. La notte e la mattina dopo.. che foga, che... ENTUSIASMO! *esaltata*
Mi piacciono, poi, le quartine che inserisci ogni tanto nella storia.. hai davvero del talento. Mi raccomando, non smettere mai di coltivarlo!
SPOILER (click to view)
e quando dico così intendo che anche all'età di 104 anni dovrai scrivere fanfiction come ora ù.ù Sono stata chiara?? xD
 
Top
†.shinigami lady.
view post Posted on 27/5/2010, 21:41




°w° Grazie XD

SPOILER (click to view)
°w° ma non credo di essere ancora viva a quell'età X°°D Ma se lo fossi, beh sarei una vecchiettà alquanto pervertita XD non che mi dispiacerebbe HAHA! XD
 
Top
†.shinigami lady.
view post Posted on 30/5/2010, 17:26




.Settimo capitolo: ~Lacrime Bianche.




“Non ha senso, non ha mai avuto senso,

vivere per un illusione,

che presto sarebbe svanita

come tante altre...”



-Cosa vuol dire che siamo morti Matt?-

-Vuol dire quello che ho detto...-

-Ma io mi sento vivo. Cosa vorresti dire che è tutto frutto della mia immaginazione questo?-

-No..questa è la realtà, solo che, noi siamo morti.-

-Te sei fuori! Se fossi morto non mi vedrebbe la gente, se fossi morti non avrei scopato con te!-

-Ah, perché noi abbiamo solo scopato.-

-Non cambiare discorso Matt!-

-Dai dillo che per te questo è solo sesso!-

-Vaffanculo Matt!-

-Vuoi sapere perché siamo morti? É questo quello che vuoi?-

-SI!-

-Bene! La nostra vita su questo mondo finirà solo quando io e te diremo al diavolo che è ora di morire. Fino ad allora noi rimarremo qui.-

-Ahahaahah! Ma che cazzo ti sei fumato Matt?-

-Non sto scherzando!-

-...-

-Quando moriremo, andremo all'inferno e le nostre anime saranno eternamente sue...-

-Sue?-

-Si...di lucifero...-

-Quindi tu hai venduto le nostre anime al diavolo?-

-L'ho fatto per salvarti la vita!-

-Lo hai fatto per salvare la TUA di vita!-

-Se lo avessi fatto per salvare solo la mia vita, che senso avrebbe avuto salvare anche te?!?-

-...-

-Mello io...io ho troppa paura di perderti...-

-...-

-Mello... mi dispiace...-

-Quanto tempo rimarremo così?-

-Fino a quando non saremo pronti, dopo di che saremo suoi...-

-Invecchieremo?-

-No...-

-Cosa succedere quando saremo suoi...?-

-Non lo so...-

-Saremo ancora insieme...?-

-Non lo so...-





Ti dirigi in bagno, lasciando da parte tutto, tutti i problemi futili, tutti i conflitti con Near, l'amore che provi per Matt, tutto. Ti siedi su quello che si può definire cesso, mentre i tuoi occhi si perdono nel vuoto, la tua testa si svuota, lasciando ricadere dagli occhi azzurrini, lacrime bianche.



Nella stanza accanto Matt, si stava rivestendo, cercando in qualsiasi modo di non piangere, ma era così tanto potente quella voglia di piangere, di gridare a Dio, perché il mondo facesse così schifo? Perché lui non poteva semplicemente vivere per sempre con Mello...per sempre... Si avvicinò alla piccola e sporca finestra, che vi era in tutta la stanza, portando alla bocca il cilindro della sua sigaretta. Non sapeva cosa veramente aveva fatto, aveva affidato la loro vita a qualcun altro, in cambio della loro vita. Potevano sempre pensare a un lato positivo, vivere per sempre stando insieme, senza mai morire ne invecchiare, perché no? Dopo tutto non era questo forse quello che volevano? Non volevano stare insieme per sempre? Forse... E se non fosse così? Se non fosse per sempre? E se quell'amore come chiamavano loro, fosse solo sorretto da qualche scopata che via via facevano? Forse per Mello, ma per Matt? Matt oltre a Mello non aveva mai avuto nessuno, al contrario, l'altro proprio qualche sera fa aveva abbracciato un altro, aveva fatto l'amore con un altro... E non era uno qualunque, era Near!Near, la persona che Mello aveva sempre odiato, che aveva sempre disprezzato e cercato di superare ogni volta, ogni stra maledettissima volta, in qualsiasi cosa, pur di batterlo avrebbe fatto di tutto, anche vendere se stesso... E per Matt? Per salvare Matt avrebbe venduto la sua anima, come aveva fatto l'amico?



Passarono due ore prima che l'altro uscì da bagno, e senza guardare l'altro che stava ancora fumando le sue sigarette alla finestra, cominciò a vestirsi. Che cosa brutta Amare qualcuno, senza avere la certezza di essere amati a sua volta, che cosa brutta tenere solo a una persona e ritenerla unica, senza sapere se per questa si è davvero i numeri uno nel loro cuore...



Ti guardi intorno, non è cambiato niente, tutto come prima, il letto sfatto il pavimento sporco e i tuoi vestiti sul pavimento. Possibile che sia rimasto li a fumarsi quelle dannate sigarette per due ore? Possibile che non abbia tentato di parlare con te? Ma cosa ti potevi aspettare, lo conosci Matt è fatto così, e anche tu sei fatto così e non potete cambiare...

L'orologio fa quell'assordante “tik-tok” che non hai mai sopportato, ti vesti in silenzio, cercando di non fare troppo rumore, ma tanto a quale scopo, sapevi che ti aveva sentito uscire e che ti stavi vestendo. Non volevi assolutamente parlare con lui in questo momento, volevi solo evadere da quella stanza, cercare di riprenderti un po', respirare aria fresca e allontanarti dal mondo, si allontanarti, era questo quello che volevi... Fai per prendere il gilè in pelle e indossarlo, quando questo comincia a parlare attirando la tua attenzione...

-Piove...Sai non ho mai amato la pioggia, con la pioggia non potevo giocare all'aperto, ricordi? Quando pioveva Roger ci segregava nell'edificio proibendoci di uscire e andare nel nostro posto segreto...- Rimani come paralizzato a quelle parole, il cuore che si fa piccolo piccolo e la mente che si scollega da ogni ragione. -Ricordi? Poi dopo andavamo in camera mia e cominciavamo a fare dei progetti per il nostro posto, cose che gli altri bambini avrebbero ritenuto folli, si perché lo erano, erano davvero folli...- Sorride quando parla, è fantastico quando sorride, poi lo vedi aspirare quella dannata sigaretta, che tu gli hai sempre detto di non fumarla perché i polmoni ne avrebbero risentito, ma da quale pulpito poteva venire la predica, te che ti ingozzi di cioccolata fino allo sfasciamento del fegato? - Poi quando non avevamo più voglia, andavamo segretamente nelle torri più ignote della Wammy, sperando di trovare chi sa quale segreto dietro una delle tante porte... Era davvero divertente Mello...Non trovi? La nostra perfida immaginazione, si contorceva fino a questo punto...tze... Credo che quelli siano stati gli anni migliori della mia vita...- E poi l'esplosione, il tuo cuore che cede, e le lacrime si accumulano su quegli occhi celesti, tutta la tua forza psicologica è concentrata sulle palpebre, concentrato su non farle chiudere, altrimenti sarebbero cadute le lacrime e tu non volevi assolutamente farti vedere da lui piangere, non lo concepivi proprio di mostrarti debole ai suoi occhi. -Sai Mel, avvolte mi domando cosa succederebbe se noi tornassimo piccoli, quando ancora i nostri baci erano innocenti e potevamo tenerci per mano davanti agli altri, perché eravamo solo dei bambini, e i bambini possono fare tutto, tutto agli occhi di tutti... Mentre adesso, tutto questo...tutto questo è così deprimente, così buio...Il nostro amore è solo un sogno Mello? Un sogno che viviamo la notte e non appena è mattina svanisce, come tutti gli altri sogni, che incontrano la luce del sole...- E il tuo volto è ormai coperto di lacrime, e non hai chiuso le palpebre. I tuoi occhi persi in quella figura ricurva, che fissa il mondo da una finestra sporca, mentre le tue guance sono cavalcate da lacrime impetuose senza fine.



La porta che sbatte nel silenzio da poco creato, quel rumore che ti spezza il cuore, frantuma, distrugge.

La stanza che rimane in silenzio, la sigaretta che tocca il pavimento, il sorriso seguito da un pianto. Le mani che si intrecciano ai capelli rossastri, tutto questo è assurdo. Ecco cosa pensa, quell'amore che c'è tra Mello e Matt è forse solo un sogno che arriva la notte e il giorno svanisce ai primi raggi del sole.

Un segreto che solo la luna conosce,

che le stelle custodiscono segretamente,

un segreto che solo la notte nasconde,

è un segreto negato alla luce.



“Io avrei gridato più di di una volta TI AMO, ma tu non melo hai permesso, tu e il tuo orgoglio del cazzo. Sai avvolte penso che sarebbe bellissimo tornare bambini, poterti stringere come allora davanti a tutti, senza preoccuparci delle conseguenze, sarebbe bellissimo Mel...Peccato che non posso tornare indietro...peccato che tu non voglia questo...”



La pioggia che bagna i tuoi capelli dorati, il battito del cuore che va veloce in quella corsa, senza una meta. Poi ti fermi e prendi fiato, le lacrime che scorrono sul tuo viso interrottamente, chiudi gli occhi, alzando la testa al cielo pregando con tutto te stesso che tutto questo finisca. Le strade deserte è tutto così desolatamente triste in questo quartiere...poi urli, urli stringendo la testa tra le mani e inginocchiandoti a terra.

“Perché, perché il mondo deve fare questo proprio a noi?”





Ti sei mai sentito come se stessi crollando?

Ti sei mai sentito fuori posto?

Come se in qualche modo non fossi adatto e nessuno ti capisca?



Vuoi mai scappare via?

Ti rinchiudi nella tua stanza,

con il volume della radio cosi' alto che nessuno ti sente urlare.



No non sai com'è,

quando niente ti sembra a posto.

No non sai com'è,

essere come me.



Essere ferito, sentirsi perso.

Essere lasciato fuori al buoi.

Essere colpito quando sei giù.

Sentirti come preso in giro.

Essere sull'orlo di crollare

e non c'è nessuno li' a salvarti.

No, non sai com'è.

Benvenuto nella mia vita.







More.




 
Top
• m a r •
view post Posted on 30/5/2010, 21:10




Questo capitolo mi è piaciuto un sacco. Ecco, non parla di nessun avvenimento in particolare, solo delle emozioni che provano entrambi i protagonisti. Mello che urla. Mello che urla, non so perché ma mi ha colpito. L'ho sempre visto così fiero, anche quando piangeva si poteva ancora dire: 'Sì, questo è Mello'. Quando ha urlato si è reso molto più debole, molto più arrendevole (se così si può dire). Mi piacciono i vezzi che dai ai personaggi, insomma... adoro questa fanfic!!
P.S.: Ehm... ti prego di passarmi i titoli delle canzoni. TUTTI, adoro il testo!
 
Top
†.shinigami lady.
view post Posted on 31/5/2010, 18:00




La canzone di questo ultimo capitolo è dei Simple Plan-Welcome To My Life.


.Ottavo capitolo: ~É tutto così sbagliato?.




“Dimmi Mel,

il tempo che ci ha unito giorno per giorno,

il tempo che ci ha portato fino ad ora,

il tempo che ci ha fatto amare...

Dimmi Mel,

hai mai desiderato di riviverlo?





Ed è passata un intera giornata, e tu sei sempre li, in quel vicolo e piove, piove interrottamente e non sembra calmarsi il cielo. Sospiri e ti alzi tutto bagnato, come un pulcino. Vacilli un po' quando ti tiri su da terra, e cominci a camminare senza meta...

I lampioni soffusi ti fanno luce in quella notte così buia e triste che si è prospettata fin da quando sei uscito di casa. Non vuoi stare così lontano da lui, ma non sai che fare, vorresti far finta che tutto quello che sia successo non fosse successo, però è successo...

Ti guardi intorno è tutto così triste... Non hai mai provato una sensazione di confusione mentale così in vita tua, e pensare che la sera prima avevi scopato con Near e successivamente fatto l'amore con Matt. Si Matt, quella brutta testa di cazzo! Come aveva potuto fare una cosa simile? Perché poi? Solo per paura di perderti? Solo per quello? No, c'era sicuramente qualcosa sotto e lui non telo aveva detto. Si era proprio così! Matt ti sta nascondendo qualcosa e non telo vuole dire. Però...a che scopo? Nasconderti qualcosa? Cosa poteva mai nasconderti Matt di così clamoroso da farlo piangere? No...evidentemente non era quello il punto. Però Matt non è stato poi così chiaro, insomma ha detto che siamo morti, che ha venduto le vostre anime, per una vita eterna... ma che senso ha? No c'è qualcosa che non quadrata, se voi potete rimanere vivi per sempre senza invecchiare, senza essere uccisi, che senso avrebbe dare al diavolo le nostre anime se tanto staremo sempre vivi? No, non aveva senso... E tu che pensi che il tuo amico ti abbia mentito, cosa pensi di fare quando scoprirai quella verità tanto celata da due occhi verdi, come reagirai a un'altra triste e scombussolante verità? Insomma te non ti sentivi poi così “immortale” perché sei quello giusto? Sei immortale... però perché allora piangi? Perché soffri? Se sei un immortale, non dovresti aver paura di nulla, non dovresti soffrire, dovresti semplicemente vivere spensieratamente per sempre, con lui... e invece ti stai allontanando da lui, e lui non sta facendo nulla per fermarti. Sospiri e infili le mani nelle tasche dei pantaloni continuando a camminare, cosa c'è di logico in tutto questo? Poi lo squillo del telefono ti risveglia da quella valanga di pensieri che ti ha invaso, facendoti tornare alla realtà. Prendi il telefono svogliatamente, pigi senza nemmeno vedere chi sia la cornetta verde e porti il telefono all'orecchio, che diamine non poteva averlo lasciato a casa?

-Si?-

-Ciao Mello...Allora sei ancora vivo?- Quella voce, possibile che non abbia ancora cancellato il tuo numero, nonostante tu glielo avessi chiesto, imposto e uralto?

-Cosa vuoi?- Il tuo tono, da svogliato diventa irritato, quasi incazzato, come se fosse lei la causa dei tuoi problemi...

-Volevo solo sapere se stavi bene...mi dispiace per quello che è successo, per quello che hai rischiato...- La sua voce così apprensiva, calma e dolce. Come fa a preoccuparsi, dopo tutto l'hai trattata malissimo, mentre lei continuava a volerti bene, a voler prendersi cura di te, tu l'hai sempre respinta...

-Bene adesso che sai come sto puoi anche non rompermi più le palle. Non sono un bambino e non ho bisogno di te. Te l'ho già detto, lasciami in pace, so cavarmela da solo.- Ti appoggi al muro di una casa, con il tetto sporto fuori, così da pararti un poco da quella pioggia persistente, sei sicuro che presto ti ammalerai...

-Mello...sali in macchina sei fradicio...- La chiamata viene interrotta e te guardi davanti a te staccando il telefono dall'orecchio e la vedi, è sulla sua macchina nera e ha aperto lo sportello, stai per urlargli quando, le tue gambe ti portano in quella macchina senza nemmeno accorgertene e sei sopra... Guardi avanti a te, nemmeno la guardi, non vuoi guardarla, ne fai a meno di vedere ancora quegli occhi azzurri nei tuoi che ti dicono Mello io ci sono sempre per te. Perché i tuoi dicono tutt'altro. La macchina parte e slitta veloce sull'asfalto bagnato. Ti asciughi un po' con la ventola dell'aria condizionata, le mani ormai fredde. Mentre lei ti passa un asciugamano, lo prendi e telo passi sui capelli scuotendoli un po'...

-Mello, devi cambiarti, se resti così prenderai freddo...- La sua voce, pacata, gentile quasi come quella di una madre, ti cura ti rassicura sempre. Ma te non la sopporti per quanto questa abbia ragione, per quanto questa ti conosca, tu non sopporti avere ordini da qualcuno, tu sei autonomo, puoi farcela da solo. Ma sbagli.

-Non sono salito in macchina per avere degli ordini da te Halle.- La tua voce ancora fredda e distante. Cosa vuole quella donna da te, telo sei sempre chiesto, eppure si prende cura di te sempre, in continuazione senza chiederti nulla, e anche quando la tratti male lei è li che ti aiuta, ti capisce e ti è vicina sempre. Cos'è una madre? Una sorta di sorella maggiore? O un angelo custode? Si certo un angelo è proprio quello che ti ci vuole Mello. La guardi irritato e quasi scontroso nei suoi confronti. Mentre lei guida tranquillamente e resta in silenzio alla tua freddezza, al tuo umore eccessivamente volgare e freddo. Ti ricorda Matt...

-Dove stiamo andando?-Chiedi poggiando un gomito sulla portiera, portando la testa sulla mano e continuare a guardare la strada...

-Da Matt.- Da Matt? Come fa lei a sapere di Matt? Ah certo, ora torna tutto, lui l'ha chiamata per andarlo a prendere e adesso si sta facendo riportare a casa come un bambino cattivo, che dopo una “litigata” scappa di casa. No lui non è un bambino e non ha decisamente bisogno di due badanti che lo riportano a casa, lui torna a casa quando vuole. E allora perché è in macchina e si sta facendo portare da Matt senza obiettare?

-Ha trovato un appartamento e ci si è trasferito questa mattina, l'ho aiutato ad arredarlo un po', portando anche i tuoi effetti personali che avevate in America.- Continua col suo solito tono di voce. Non rispondi, continui il tuo silenzio fino a quando non arrivate davanti a una struttura in mattoni rossi. Sembra un edificio alto e abbastanza antiquato. Entrate e cominciate a salire le scalinate fino al terzo piano dove vi si prospetta davanti una porta. Comincia a bussare sulla porta in legno massiccio, e dopo poco la figura di Matt appare sulla porta accogliendovi in casa. Il suo sguardo è distaccato, quasi perso in un mondo tutto suo, si quello dei video-games. Entri, sembra accogliente, bah dopo tutto Halle è una donna sene intende di queste cose. La stanza d'entrata è collegata con un arco a una cucina abbastanza agevole. C'è un divano in pelle per tre persone circa, con accanto una poltrona, anch'essa in pelle, in mezzo un tavolino in legno normale, liscio, con davanti una tv abbastanza grande posta sopra un mobiletto ad ante scorrevoli, sicuramente li sotto c'è la collezione di giochi di Matt. Difatti li accanto c'è una play station appoggiata su un mobiletto. Accanto alla porta un appendi abiti e vicino un comodino per poggiarvi chiavi e roba varia. Ovviamente sui tavolini non potevano mancare i posa cenere. Nella cucina trovi le solite attrezzature, un frigorifero, un ripiano per preparare da mangiare, un forno con sopra i fornelli, accanto un altro ripiano con sopra un tosta-pane e accanto il lavello per lavare i piatti. Sopra di questi ci sono dei mobiletti in legno sicuramente per sistemarvi da mangiare. Un tavolo in legno con un ripiano in marmo bianco sopra. Accanto all'arcata della cucina, troviamo un'altra arcata, più piccola che porta a un corridoio. Con tre stanze, una porta alla tua, l'altra a quella di Matt e l'ultima in fondo al corridoio un piccolo bagno con doccia. Le camere sono grandi e nella tua c'è tutta l'attrezzatura che avevi comprato quando dovevi spiare Misa Amane. Nella stanza di Matt invece non entri, o meglio non osi entrare, tanto è la sua stanza perché metterci piede adesso che avete litigato. Litigato, forse nemmeno siete solo incapaci di dirvi a voce quello che pensate, o meglio sei incapace di rivelare i tuoi sentimenti, troppo orgoglioso per farlo vero Mello?

Nella sala intanto Matt e Halle parlano del più e del meno, ovviamente Matt racconta un sacco di balle a questa soprattutto su come sono ancora vivi. Ascolti in silenzio dalla tua camera ogni singola parola che esce dalla bocca di Matt, provando una gran rabbia dentro di te... Non per Matt ne tanto meno per Halle, più che altro per te stesso. Fissi il soffitto bianco, bianco che brutto colore pensi... Poi ti accasci sul letto, matrimoniale, e continui a fissare quel soffitto candido, che schifo. Passano delle ore e te non ti sei mosso di li, anzi persisti a fissare quel soffitto, che tanto trovi orrido e di colore troppo puro per te. Poi senti la porta chiudersi, Halle deve essere andata via, non ti ha nemmeno salutato, beh meglio così, tanto non gradivi la sua presenza prima figuriamoci ora. Senti i passi di Matt avvicinarsi alla tua porta, ma non si fermano, vanno avanti fino alla sua porta la quale viene chiusa. Ti alzi di colpo. Perché non è venuto a vedere se dormivi, come stavi o qualsiasi altra cosa? Sei tornato mezzo e non ha detto nulla, ne un ciao... niente... sei ancora bagnato, possibile che non ti abbia detto almeno di andarti a lavare e levarti di dosso tutti quegli abiti? Ti alzi svogliatamente dal letto portando i piedi sul pavimento e avvicinandoti alla porta silenziosamente la apri e guardi il piccolo corridoio. La luce di là è ancora accesa... magari è andato a fumare in camera sua, oppure si sta cambiando. Fai delle ipotesi tutte plausibili, poi ti viene un idea, e se ti spogliassi? Beh dopo tutto questa è anche casa sua, perché non avrebbe potuto farlo?

Torni nuovamente all'interno della stanza, cominciando a denudarti dei tuoi abiti in pelle, decisamente troppo attillati adesso. Rimani in boxer e pensi se togliere o meno anch'essi, dove volevi arrivare? Volevi forse portare a invaghimento Matt mostrandoti nudo? No, non voleva questo, anche se un pensierino celo avresti fatto. Ti dirigi così verso il bagno, ma lui non esce ancora dalla sua stanza, così sospiri ed entri. Al diavolo, se vuole parlarti lo farà lui, perché sfaticarsi tanto? Infondo è lui che ha venduto le vostre anime non tu giusto? Ti spogli definitivamente e entri nella doccia, facendo scorrere l'acqua, decisamente troppo calda, sul tuo corpo. Non sai come affrontare la cosa, non sai nemmeno cosa fare, da una parte vorresti altre sfide con Near, del resto è l'unico che ti supera e il tuo desiderio di batterlo è enorme, ma una parte di te vorrebbe restare al fianco di Matt, dimenticandoti del mondo e di Near. Sai perfettamente però che non potrai mai battere da solo Near, e l'unico modo per batterlo è avere l'aiuto di Matt. Ma perché proprio lui? Non si può lavorare 24 ore su 24 con la persona che più si brama, eppure è l'unico in grado di poterti aiutare nel tuo intento, anche se la cosa ti dà leggermente ai nervi visto che non vuoi aiuto da nessuno, tanto meno da Matt. Poi in cosa volevi battere Near, infondo ormai avevi perso quella lunga battaglia contro Kira, mentre l'altro aveva portato a casa una schiacciante vittoria ed era diventato il successore di L a tutti gli effetti. Con che faccia potevi ripresentarsi alla Wammy's ? Con che faccia potevi andare davanti a Near e chiedergli una sfida, ormai la tua occasione l'avevi avuta, e l'avevi anche persa. Cosa avresti fatto per il resto della tua vita? Non lo sai, e proprio per questa domanda ti si gela il sangue, facendoti sussultare più e più volte, mentre un corpo caldo e forte ti avvolge.

-Perdonami...- La sua voce così calda, profonda, perché è qui? -Perdonami di averti ferito... Non sono capace di lasciarti andare, non se non sei vicino a me...- La sua testa che si appoggia sulla tua spalla, le braccia che avvolgo il tuo petto, e la sua mano proprio sul tuo cuore, quasi lo stesse tenendo in mano, come se tutto dipendesse da lui, da quella stretta così leggera e sottile.

-Matt...noi siamo forse immortali adesso?- Sai che la sua risposta sarà no, sai che tutto quello che ti ha detto potrebbe essere un emerita balla, ma allora se fosse così, quale sarebbe la verità? C'è forse una bugia in tutto questo? C'è forse una verità in questa bugia?

-No...-

-Ma se non possiamo invecchiare ne essere uccisi, siamo immortali, se...- Ti interrompe, perché lo fa? Le sue labbra delicate sulle tue, la sue mani che cingono il tuo corpo, che lo tengono fermo. Perché non ti fa fare domande? C'è qualcosa che non sai. La tua affermazione è esatta Mello? Si.



“Cosa c'è di sbagliato in tutto questo?

Perché non accetti il fatto che ti amo,

che ci amiamo?

Possibile che non ti basta per vivere?

Eppure a me basta.

Near è così importante per te?

Il tuo orgoglio mi sta uccidendo,

giorno per giorno, sento la tua anima allontanarsi dalla mia,

eppure ho fatto di tutto per legarle insieme.

Dove ho sbagliato Mel?”



E ti ritrovi a baciarlo, a coccolarlo, e ad essere coccolato e baciato a tua volta. Cos'è questa passione che non riesci a placare? Eppure vorresti tanto che finisse, perché è sempre stato sbagliato tutto questo, e lui lo sa che l'hai sempre pensata così. Non è giusto continuare a guardarsi negli occhi dirsi ti amo e poi fare l'amore per ore, non ha senso. Non ci sarà mai futuro per voi, ecco cosa pensi. Il tuo cuore è così chiuso su se stesso che non riesce a dimostrare amore per lui. Eppure senti che senza di lui non ci sarà ugualmente futuro, senti che senza di lui la tua vita sarebbe già andata a puttane, però tutto questo è sbagliato, tremendamente sbagliato.

-Matt, voglio morire...- L'acqua che scorre sopra di voi, mentre vi ritrovate l'uno nelle braccia dell'altro ad aspettare che uno dei due esca, per poi seguirlo a sua volta.

-Perché?-

-Perché è tutto sbagliato...-

-Cosa c'è di sbagliato in questo?-

-Tutto...-

-Se tornassi indietro cambieresti qualcosa?-

-Si...-



“Ti odio. Ti odio per farmi soffrire ogni giorno che passa, per farmi sentire così inutile per te, così stupido. Ti odio perché tutto questo per me è sempre stato giusto. É così difficile accettare la realtà per te Mello? O forse sono io che non mi rendo conto che tutto questo in realtà non è mai contato nulla per te, che tutto questo ormai è finito, e niente sarà mai più come prima. Eppure eri stato proprio tu a baciarmi quella volta, quella volta avevi cominciato tu questo gioco, peccato che non lo consideravi un gioco allora... anzi mi amavi davvero, e ogni giorno melo dimostravi. Adesso invece? Adesso è così sbagliato amarmi? O più semplicemente sono un gioco passato di moda?”



Il letto è vuoto, spento, ti senti tremendamente solo in quel letto così grande per una persona, e lui è di la perso nei suoi sogni, pensieri. Hai fatto un'altra volta un errore Mello, hai detto alla persona che ami di più su questo mondo, quanto sia sbagliato amarla, quanto sia giusto invece perderla per sempre. Stringi le coperte, fuori piove ancora.

“Sai Matt mi sono sempre domandato perché le persone si legano ad altre, non possono semplicemente contare su loro stesse? Evidentemente no, perché anch'io Matt ho estremo bisogno di te.”

“É normale Mello, tu sei troppo debole da solo saresti già morto, più di una volta.”

“Cosa vuoi adesso?”

“Illuminarti con le mie pelle di saggezza Mello...”

“Risparmiami queste porcate.”

“Solo perché ho ragione non devi insultarmi, d'altronde, lo sappiamo entrambi che se non fosse per Matt tu saresti già morto...non è così?”

“E allora? Non è perché mi salva la vita io non sia in grado di andare avanti da solo! É stato solo un incidente!”

“Un incidente più tosto ripetitivo non trovi?”

“...Vai al diavolo!”

“Sai Mello, tu hai molto più bisogno di Matt di quanto lui ne abbia di te. Se lui non ti amasse davvero a quest'ora saresti morto, e lui sarebbe sicuramente da un'altra parte adesso, magari a fare una bella vita con qualcun altro. E invece è in questa topaia con te, dovresti ringraziarlo invece di respingerlo in continuazione.”

Ancora quella voce nella tua testa, possibile che la tua ossessione non sene sia andata? Possibile che quella voce per te non abbia trovato poso? Ti alzi dal letto e lentamente ti avvicini alla porta. Cosa fai? Cedi in tentazione un'altra volta? Purtroppo si. Non puoi fare a meno di lui, è troppo fondamentale per la tua vita, per la tua esistenza. Perché se non ci fosse lui, tu saresti morto, e se fossi ancora vivo, non avresti davvero più niente per cui valga davvero la pena vivere.



Malgrado le menzogne che stai creando,

il tuo amore è il mio perché l'ho preso.

Il mio amore sta

solo aspettando,

di trasformare le tue lacrime in rose.



Io sarò l'unico che ti reggerà,

io sarò l'unico verso cui tu correrai.

Il mio amore è

un'ardente fuoco consumatore.





-Ehi Lucifero! Secondo te possono arrivare angeli cattivi dal paradiso?-

-No, gli angeli la su sono solo buoni.-

-Allora questo deve arrivare direttamente dall'inferno...-







More.




 
Top
• m a r •
view post Posted on 31/5/2010, 20:57




Bello, questo capitolo. E adoro vedere Mello che si fa le seghe mentali. Ancora complimenti ^^
P.S.: grazie per il titolo della song ^^
 
Top
†.shinigami lady.
view post Posted on 1/6/2010, 13:34




.Nono Capitolo:~Mihael Keehl.



-Mmh.. e tu chi sei?-
-Mello.-
-Ah... si ho sentito parlare di te. Dimmi Mello è il tuo vero nome?-
-No.-
-E come ti chiami?-
-Mihael, Mihael Keehl.-
-E dimmi quante volte hai cambiato il tuo nome?-
-Due o tre volte...-
-Capisco e perché l'hai fatto?-
-Per motivi personali.-
-Capisco... Dimmi Mihael perché sei qui?-
-Per fare un patto con te Lucifero.-

Sono nato per sbaglio, un fottutissimo sbaglio. Ricordo molto bene le parole che mi proferiva mia madre, quando papà era al bar a ubriacarsi, erano fredde, non erano quelle di una donna che teneva al proprio figlio, affatto. Sono nato in una piccola periferia di Londra, in una casa che si reggeva in piedi per miracolo, in una casa che forse sarebbe dovuta crollare proprio quando le urla di mia madre avvertivano che ero nato, che stavo venendo al mondo. Mi madre è stata sempre poco affettiva nei miei confronti, non ricordo nemmeno quante volte abbia detto “se solo avessi abortito...”. Avvolte mi domando perché non lo abbia fatto... sarebbe stato molto meglio, per me.
Ogni sera che mio padre tornava, si faceva mia madre sul tavolo da cucina, davanti ai miei occhi, senza considerare più di tanto la mia presenza. Mia madre urlava, forse nemmeno tanto di piace, poi piangeva, piangeva tanto. Quando vedevo quelle scene, non so a cosa pensavo, probabilmente che questa non era mia madre, e quello non era realmente mio padre. Correvo via ogni volta che questi si presentavano in quegli affetti. Chiudevo la porta di camera mia, non volevo sentire quelle urla, quei gemiti, quelle parole così poco romantiche che uscivano dalla bocca di mio padre. Avvolte mi nascondevo sotto il letto, tappando bene le orecchie e piangevo per ore, cercando di non sentire, di pensare ad altro, ma non ci riuscivo era troppo, troppo ossessionante per me. La mattina seguente mia madre veniva sempre a vedere se ero ancora sotto il letto o in un angolo a piangere, mi prendeva per il braccio e mi guardava negli occhi, con disprezzo e mi picchiava... quelle mani così esili, ma allo stesso tempo forti, mi toccavano in maniera violenta, facendomi più male dentro che fuori.
-È tutta colpa tua.. è solo colpa tua!-
Mi gridava, mentre mi picchiava, non so per quanto stava li a maltrattarmi, però ogni volta, ogni volta che finiva quella sceneggiata, si inginocchiava e mi stringeva a se, abbandonandosi in un pianto senza fine. Solo quando rincasava mio padre smetteva e continuava a fare la donna fredda. Mio padre dal canto suo non mi degnava di uno sguardo, per lui non esistevo, potevo morire, tanto non gli sarebbe importato molto. Non avevo nemmeno un nome, mia madre mi chiamava Fiend, che voleva dire Demonio-Mostro.
Una sera, una delle tante sere che passavo a guardare il cielo da camera mia, sentii dei passi avvicinarsi verso la porta, sussultai girandomi subito verso la porta, tremavo, non sapevo bene il motivo per cui stavo tremando, avevo paura che fosse mia madre, che mi picchiasse ancora, che mi facesse sentire ancora uno spregio, una schifezza, uno sbaglio... Poi la figura di quell'uomo, mio padre. Non disse nulla, si limitò a sputare sul pavimento e chiudere bruscamente la porta. Un giro, due di chiave, poi più nulla. Passarono 2 giorni prima che qualcuno riaprì quella porta trovandomi tremante in un angolo, con occhi lucidi e rossi... Avevo paura, tanta da non riuscire nemmeno a parla. Mi fecero molte domande, mi portarono in salvo da quel posto, probabilmente i vicini non vedevano più in circolazione quei pazzi e avvertirono la polizia. Forse era una benedizione, forse un miracolo, che tutto questo fosse finito, così da un giorno a all'altro...
Mi portarono prima da uno psicologo, che mi fece sentire subito a mio agio, una donna di circa 30 anni, bella e molto simpatica, con un carattere solare e abbastanza inadatto per una della sua età, però era dolce, affettuosa, premurosa nei miei confronti. La prima cosa che mi diede fu un pezzo di cioccolata. Quel gusto, quel sapore divennero l'unica cosa che il mio palato poteva amare più di qualsiasi altra cosa, come una droga, come se fosse l'unica cosa che mi tenesse in vita. Da quel giorno mangiavo solo quella e divenne davvero una droga quell'aroma intenso di cacao. Per me quella donna, di nome Faith, fu come una benedizione, una salvezza. Mi aprì il cuore, mi purificò l'anima, quasi fosse un angelo. I capelli rossi come il fuoco le donavano molto e evidenziavano molto bene il suo carattere, erano corti e lisci e gli occhi di colore verde, quegli occhi erano decisamente bellissimi di un verde così intenso, quasi sullo smeraldo.
Si prese cura di me, come una madre dovrebbe fare con suo figlio, elogiandomi ogni volta che prendevo bei voti a scuola, e quando mi facevo male lei sapeva subito curare ogni ferita, anche nei momenti di sfogo lei mi ascoltava, non come faceva con gli altri dicendogli le solite cose, con me era diversa, era quasi più affettiva, quasi mi considerasse davvero suo figlio. Forse potrei sembrare egocentrico dicendo questo, ma non lo sono affatto, almeno non con lei, non su questa cosa, credo di averla considerata, per quel periodo che passai con lei all'orfanotrofio dove lavorava e dove io abitavo attualmente, come una madre, si la consideravo come mia madre.
Diventai in breve tempo un ragazzo solare e molto impulsivo, parlavo sempre, e mi dilettavo a passare le giornate sui libri, mi piaceva studiare, nonostante fossi un ragazzo molto scherzoso, volevo essere il primo in tutto, il mio ego di superiorità mi invase completamente, tanto da essere agli occhi di tutti un tipo estroverso e molto caparbio. Quasi tutti i ragazzi dell'orfanotrofio mi temevano e mi elogiavano, facendomi sentire ancora più fiero di essere quello che ero, fino a quando... fino a quando Faith fece sapere le mie grandi doti al signor Wammy's. Il signor Wammy's era ed è tutt'ora un noto riccone, così lo definisco io, che è a capo di una scuola proprio qui a Londra, per ragazzi dotati di una intelligenza fuori dal normale, piccoli geni che crescevano per diventare successori del più grande investigatore del mondo, L.
La prima cosa che pensai fu a quanto fosse stupida e insensata questo istituto, a quanto fosse ingiusto che Faith mi spedisse li, senza pensare minimamente a come mi sarei sentito senza di lei, senza la mia “mamma”. Ero confuso, in quel periodo, mi ritrovai tremendamente triste e pensavo che la mia vita stesse cadendo a pezzi, Faith per quanto mi potesse rassicurare che mi sarei trovato bene li, non pensò minimamente che a me poteva mancare qualcosa, o meglio qualcuno, anzi, nelle sue carezze e premure non mi diceva mai che gli sarei mancato, quel fatto mi colpì in modo profondo, tanto da farmi cadere nella solitudine più totale. Per alcuni giorni non mangiai nemmeno regolarmente i pasti che ci preparavano, mene rimanevo in camera a fissare il vuoto, e lei mi veniva a guardare, cercando di parlarmi, ma non proferivo mai parola, fino a quando non arrivò il giorno della mia partenza.
Era inverno e fuori faceva molto freddo. Ricordo bene quel giorno, il giorno della mia partenza da quella che potevo definire una vera “casa”, l'addio che dovetti dare alla mia vera “madre” e un addio a quelli che potevano risultare i miei compagni di classe. Avevo 12 anni e forse allora non pensavo ancora al mio orgoglio, anzi, mi misi a piangere davanti ai suoi occhi, quegli occhi che mi avevano portato via ogni lacrima, che mi avevano fatto tornare il sorriso, la gioia di vivere come un bambino normale. Quegli occhi mi fecero piangere. La strinsi forte dicendole che non volevo andarmene, che senza di lei la mia vita sarebbe stata un totale fallimento, e lei restava immobile, con occhi sbarrati, stringendomi a lei, facendomi capire che ci sarebbe sempre stata, nel bene o nel male, anche a kilometri di distanza. Mi asciugò le lacrime e diede un bacio sulla fronte, ricordo bene quel momento, nitido più che mai nella mia testa, mentre lei era ancora china su di me la guardai più profondamente negli occhi, portando le mie labbra sulla sua guancia, sussurrandole piano all'orecchio.
-Ti voglio bene mamma.-
Ricordo che quando la lascia li, correndo via verso la macchina, dai suoi occhi uscirono numerose lacrime.
Quando arrivai all'istituto tanto rinomato, credo che la prima cosa che feci sia fare una faccia di enorme stupore davanti all'edificio che mi ritrovai davanti, era enorme ed era di color grigio pallido, con alcuni ornamenti agli angoli. Era bellissima quella struttura, aveva tutta l'aria di essere un istituto molto intelletto e di fatti era proprio così. Quando arrivai li un ragazzo dai capelli scuri come i suoi occhi neri come la pece, mi si presentò davanti presentandosi come L. Sorrise era amichevole e mi offrì anche una barretta di cioccolata. Io sapevo che avrei amato più di me stesso quell'uomo, ma non sapevo che potevo amare qualcun altro maggiormente di lui.
Qualche attimo dopo uscirono fuori molti ragazzi e ragazze della mia età alcuni anche più piccoli e altri più grandi ma non di tanto.. Mi accolsero tutti calorosamente. Quella mattina di inverno fu semplicemente l'inizio di una nuova vita, lontano dalle cure premurose di mia madre.

Passò qualche giorno da quando ero li e feci amicizia quasi con tutti i ragazzi, che mi stimavano molto per la mia intelligenza e le ragazze mi venivano dietro per la mia bellezza così angelica, che era tutt'altro che femminile, come alcuni definivano, solo per il taglio dei capelli a caschetto. In quei giorni conobbi un ragazzo che aveva gli stessi capelli della mamma, lo stesso colore dei suoi occhi, sembrava la sua reincarnazioni, mi persi un po' dietro a quel ragazzo, fissandolo in continuazione durante le lezioni stando quindi sempre disattento dalle parole che la professoressa mi proferiva. Un giorno mi ritrovai a seguirlo fino alla sua stanza, scoprendo finalmente dove vi stava, era carina a dire il vero, anzi era molto disordinata, piena di videogiochi, e piena di libri. Mi ero intrufolato non appena sentì dal corridoio lo scroscio d'acqua che proveniva dalla doccia, non so perché lo feci, ma qualcosa come la calamita mi attraeva li dentro. Forse era stata semplice curiosità o forse qualcosa di più...
Mi avviai pericolosamente verso il bagno sedendomi sul wc che era proprio davanti alla doccia, mi apprestai a mangiare una tavoletta preso a fissare quel corpo così perfetto che mi si prostrava davanti, i capelli bagnati, era tutto bellissimo. Quando si accorse della mia presenza uscì velocemente dall'acqua portandosi un asciugamano in vita e dirigersi verso di me imprecandomi contro. In quel momento qualcosa dentro di me si scatenò facendo fare al mio corpo mosse involontarie, si muoveva da solo, senza che il mio cervello gli dicesse niente e da una porta mi piaceva, assaporare il sapore intenso delle sue labbra, era stata una cosa bellissima. Solo che non fu gradita in alcun modo all'altro...
Da quel giorno ci fu odio profondo tra me e quel ragazzo, un odio che mutò col tempo in qualcosa che nemmeno io mi capacitai a credere...


Siamo stati amici per così tanti anni
e si, ho sempre saputo cosa potevamo fare,
ma cosi tante lacrime nella pioggia.
Durante la notte quando hai detto
che l’amore era arrivato da te.

So di essere a volte un po’ testardo,
Abbastanza onesto e troppo orgoglioso potresti aggiungere,
vorrei soltanto trovare un modo per trovare un compromesso,
perché penso che le cose possano essere risolte.

Pensavo non eri il mio tipo,
pensavo che non avrei mai potuto provare per te,
la passione e l’amore che provavi tu.


-E così vuoi fare un patto con me..?-
-Si esatto.-
-Sai cosa c'è da pagare per avere un mio favore?-
-Si, ma tu hai già le nostre anime, voglio solo modificare il patto che ha fatto Mail.-
-So già cosa mi chiederai, e la cosa mi diverte molto poiché so già cosa succederà, quindi...Hai il mio consenso. Ma bada bene, c'è un piccolo prezzo da pagare anche per la reincarnazione Mello.-
-Ovvero?-
-Il mio divertimento.-


More.




Prego se ti piacciono chiedi pure^^
 
Top
†.shinigami lady.
view post Posted on 14/6/2010, 11:25




Per chi volesse leggere il seguito di questa fan fiction, verrà postata su questo sito : EFP
Inquanto la fan fiction è già più avanti dei capitoli qui pubblicati. <3
 
Top
14 replies since 28/2/2010, 17:23   197 views
  Share